La produzione e la distribuzione di caffè rappresentano una delle maggiori minacce a livello ambientale per il pianeta. In Finlandia si studia l’alternativa ecologica.
Il consumo di caffè rappresenta una delle abitudini più diffuse al mondo. Negli ultimi 30 anni si è registrato un aumento della domanda che ha portato a un incremento della produzione del 60%, secondo i dati riportati dall’International Coffee Organization.
L’ampia diffusione della bevanda costituisce però una grave minaccia per il pianeta. L’intera catena del processo di lavorazione e distribuzione del caffè causa un notevole impatto ambientale: dal consumo idrico per la macinazione dei chicchi, per cui sono necessari 140 litri d’acqua per realizzare un quantitativo di soli 125 millimetri di polvere, al trasporto su scala internazionale.
La coltivazione di questo prodotto ha contribuito inoltre alla deforestazione degli ultimi anni, con il record mondiale toccato nel 2020.
L’impatto ambientale del caffè nel mondo
Al tempo stesso questo settore è uno dei più vulnerabili al cambiamento climatico. Infatti, tra i maggiori produttori ed esportatori del caffè troviamo Paesi in via di sviluppo, come Brasile, Colombia e Vietnam, i quali risultano essere anche i più colpiti dalle conseguenze del riscaldamento globale.
In Brasile, ad esempio, proprio a causa di siccità e ondate di gelo, il prezzo del caffè Arabica ha raggiunto il suo massimo degli ultimi 7 anni, e le quotazioni a livello mondiale rischiano di essere le più alte degli ultimi 10 anni. Secondo gli esperti, l’instabilità legata ai danni ambientali potrebbe far salire ulteriormente i costi della materia prima.
Alla COP26 tenutasi a Glasgow lo scorso novembre, oltre 100 leader mondiali hanno siglato l’intesa che mira a porre fine alla deforestazione entro il 2030, impegnandosi a promuovere nel prossimo decennio politiche di agricoltura sostenibile.
Chi paga l’aumento del costo del caffè
Tuttavia, l’obiettivo potrebbe essere particolarmente difficile da raggiungere, poiché la produzione di caffè coinvolge soprattutto le economie emergenti, che hanno una maggiore difficoltà nel realizzare investimenti nella ricerca per lo sviluppo agricolo.
A pagare il prezzo più alto potrebbero essere i piccoli agricoltori, i quali già attualmente vivono in condizioni precarie.
Secondo l’ONG Enveritas, infatti, su 12,5 milioni di piccoli coltivatori, oltre 5,5 milioni si trovano sotto la soglia di povertà internazionale di 3,20 dollari al giorno.
In Finlandia il nuovo caffè ecologico prodotto in laboratorio
Per combattere l’impatto ambientale del caffè, il Centro di Ricerca Tecnica della Finlandia VTT ha dato il via alla ricerca di un’alternativa sostenibile da coltivare in laboratorio.
Questa nuova forma di coltura permetterebbe di eliminare i danni relativi alla deforestazione e, al tempo stesso, un consumo idrico più controllato, grazie anche all’impiego di acqua riciclata.
Nonostante il buon esito dell’esperimento, con i primi quantitativi di caffè prodotti in un bioreattore attraverso le tecniche dell’agricoltura cellulare, la tecnologia risulta al momento ancora molto costosa.
Il laboratorio finlandese ha comunque notato un interesse da parte sia degli investitori che dei consumatori, per cui è fiducioso di riuscire a realizzare un’alternativa ecologica al caffè, combattendo anche la volatilità dei prezzi attesa per i prossimi anni.
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