Giungere a zero emissioni entro il 2050 è possibile, ma servono 2.000 miliardi di dollari ogni anno per arrivare all’obiettivo. Nulla rispetto a quanto potrebbero costarci i cambiamenti climatici.
Raggiungere emissioni zero entro il 2050 sembrerebbe possibile, ma serviranno degli investimenti. A stimare i costi di questo passaggio epocale, che porterebbe uomo e natura a vivere in maniera più equilibrata, ci pensa il report di The Energy Transitions Commission. La commissione è formata da 45 dirigenti di produttori di energia, istituzioni finanziarie e gruppi ambientalisti, che hanno spiegato come sia possibile raggiungere l’obiettivo delle emissioni zero entro il 2050, ma spendendo 1 o 1,5% punti di PIL mondiale.
L’analisi stima infatti che il passaggio ad un’energia del tutto pulita e green è possibile, ma comporterà dei costi che oscillano tra 1.000 e 2.000 miliardi di dollari l’anno. Una spesa che, secondo la commissione, sarebbe sostenibile, soprattutto se paragonata a quanto invece costerebbe all’economia del pianeta non fare nulla. Si stima infatti che nei prossimi 30 anni il cambiamento climatico costerà la bellezza di 160.000 miliardi di dollari.
Emissioni zero entro il 2050: i costi
I violenti incendi in California, lo scioglimento dei ghiacci dell’Antartide portano nuovamente al centro del dibattito internazionale il cambiamento climatico, argomento passato in secondo piano a causa della pandemia.
Ma proprio la pandemia sta dimostrando come gli stati di tutto il mondo siano in grado di effettuare investimenti per avere un’economia resiliente.
Il virus che affligge il mondo ha reso ben chiaro a tutti come le scelte effettuato fino a questo momento non abbiano favorito in alcun modo a creare un sistema economico a prova di rischi sistemici. Proprio per questa ragione si sono alzate tantissime voci che cercando di spingere i Governo a pensare la ripartenza dell’economia dopo il Covid anche come un momento di ripresa per l’ambiente.
Arriva così il report di The Energy Transitions Commission a fare chiarezza, affermando che raggiungere emissioni zero entro il 2050 non solo è possibile, ma è anche un bene per l’economia globale. Gli investimenti per raggiungere questo traguardo, che oscillano tra i 1.000 e i 2.000 miliardi l’anno, sono nulla se confrontati con l’enorme impatto che avrebbe il cambiamento climatico sulla produzione del pianeta.
Purtroppo la pandemia ha portato a fare un passo indietro per quel che riguarda gli investimenti climatici. Sebbene l’energia rinnovabile abbia subito crolli inferiori rispetto alla componente fossile, si avrà comunque una ricaduta che porterà il mercato ai livelli di tre anni fa. Questa discesa porterà ad un incremento delle spese che potrebbero giunge a 31.000 miliardi di dollari per arrivare al netto di zero emissioni di CO2 entro il 2070. Un costo che risulterebbe comunque molto inferiore alle perdite stimate nei prossimi 30 anni nel caso in cui non si intervenisse in alcun modo.
Quanto costerebbe non fare nulla per il cambiamento climatico?
Come abbiamo detto la situazione sarà ancora più dispendiosa però nel caso in cui i governi decidessero di non intervenire, dal momento che i costi del cambiamento climatico, sul lungo periodo sarebbero ben più elevati. A spiegare la situazione è The International Renewable Energy Agency che ha messo in luce come, con gli investimenti per il clima, il mondo arriverebbe a risparmiare la bellezza di 160.000 miliardi di dollari nei prossimi 30 anni.
Una ricerca ha messo in luce come, dal 2000 ad oggi, il cambiamento climatico sia costato all’Ue e agli Stati Uniti già 4.000 miliardi di dollari sulla produzione. Una cifra che purtroppo è destinata a crescere di anno in anno a causa del clima sempre più instabile e del crescente impatto della vita dell’uomo sull’ambiente.
Per questo è necessario che i governi puntino sull’energia pulita e che nei prossimi decenni si impegnino a facilitare gli investimenti in questo settore, scoraggiando al contempo quelli sui combustibili fossili.
I costi maggiori per la decarbonizzazione dovranno essere affrontati da edilizia, aviazione e marina, settori nei quali l’energia pulita è poco presente e che quindi avranno necessità di investimenti iniziali maggiori. Nel report si spiega che tutti i Paesi sviluppati della terra riuscirebbero a raggiungere questo obiettivo entro il 2060, mentre la Cina avrebbe le risorse e la tecnologia per riuscire ad arrivare a questo traguardo già nel 2050.
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