Caos guerra: dal ban Usa su energia russa al default imminente per Mosca

Violetta Silvestri

09/03/2022

La guerra complica il quadro finanziario: dallo stop Usa al gas e petrolio russo al terremoto nei prezzi delle materie prime fino al default imminente della Russia (per Fitch): cosa succede?

Caos guerra: dal ban Usa su energia russa al default imminente per Mosca

La guerra in Ucraina sta complicando lo scenario economico e finanziario globale.

Si preannunciano ore e giornate frenetiche tra balzo dei prezzi dei metalli e delle materie prime in generale, crisi energetica in Europa, rischio default per la Russia e annuncio di Biden di un bando sull’acquisto di petrolio e gas da Mosca.

Mentre la diplomazia fatica e il disegno di Putin resta saldo nel voler conquistare il territorio ucraino, i Paesi occidentali si muovono sulla strada delle sanzioni. E i mercati globali restano scossi da terremoti.

Nel caos della guerra, la Russia sta per fallire?

Fitch ha tagliato il rating delle obbligazioni russe, stimando il default “imminente”.

Il rating del debito sovrano russo è stato ridotto al secondo livello più basso dall’agenzia, che ha affermato che un’insolvenza obbligazionaria è ormai prossima a causa dell’isolamento finanziario del Paese dopo l’invasione dell’Ucraina.

Fitch ha citato una misura russa che richiederebbe il rimborso in rubli di alcuni creditori che detengono obbligazioni russe denominate in valuta estera, il cui valore è crollato dall’inizio della guerra.

La banca centrale russa ha vietato agli istituti finanziari nazionali di vendere valuta in contanti a cittadini che non hanno già conti per un periodo di sei mesi a partire dal 9 marzo, nel tentativo di fermare il crollo del rublo. I titolari di conti possono prelevare fino a $ 10.000 in contanti, ma i prelievi aggiuntivi saranno in rubli ai tassi di cambio di mercato.

La mossa arriva dopo che la Banca di Russia la scorsa settimana ha ordinato ai broker di addebitare il 30% sulle conversioni di valuta e ha vietato i trasferimenti di contanti dalla Russia superiori a $ 10.000. I russi si sono affrettati a prelevare contanti sia in valuta estera che in rubli mentre i mercati sono crollati.

Anche l’agenzia S&P ha previsto un crollo del PIL russo oltre il 6% e una drastica riduzione di investimenti ed esportazioni. L’inflazione salirà e il rublo continuerà a crollare.

La guerra ucraina spinge anche le stime del PIL mondiale ad aggiornarsi al ribasso. Per S&P, l’economia mondiale avrà un calo di 70 punti base e l’Europa sarà più colpita, con una crescita al 3,2% (1,2% in meno). Gli USA, meno coinvolti dal terremoto economico russo, cederanno ma solo dello 0,7%.

Energia e Bce in primo piano

La giornata si apre con la decisione di Stati Uniti e del Regno Unito di vietare l’importazione di petrolio russo, nell’escalation degli sforzi occidentali per affossare l’economia russa.

Di tutta risposta, Mosca ha emesso un ordine in cui afferma che limiterà il commercio di alcuni beni e materie prime in risposta alle sanzioni, senza specificare di cosa si tratta.

In Europa, i riflettori si accendono sulla Bce, che si incontrerà domani 10 marzo: cosa deciderà? La guerra sta cambiando gli scenari, con un’inflazione energetica galoppante. I programmi di allentamento saranno ancora rimandati e che valutazione verrà data all’inflazione?

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