Cos’è la capacità innovativa di un’impresa e come si può misurare? La risposta si trova nella definizione stessa del concetto e negli strumenti esistenti per la sua misurazione.
L’innovazione è un concetto fondamentale nella valutazione delle imprese. Nell’attuale fase di sviluppo, in cui spicca la transizione digitale, è divenuto ancora più importante riuscire a distinguere le imprese innovatrici da quelle che non lo sono. Misurare la cosiddetta capacità innovativa di un’impresa non è una questione chiusa, tanto quanto definirla.
Le attività innovative sono tipicamente caratterizzate da un grado di incertezza elevato, come per la difficoltà nel definire la relazione tra impegni presi e traguardi raggiunti. È utile fare il punto sul concetto di capacità innovativa e i tentativi di stabilire un criterio per la valutazione e la misurazione di questo indice.
Capacità innovativa: una breve guida
Il concetto di capacità innovativa
Per l’OCSE è innovativo produrre un bene nuovo o migliorato, non per forza nuovo per l’intero mercato, ma anche solo per l’impresa e la sua storia (non vengono considerate innovative le rivendite di prodotti altrui, o modifiche puramente estetiche ai prodotti). Altrettanto innovativo è elaborare un nuovo processo di produzione, una nuova forma di organizzazione, di marketing, di luogo di lavoro o di intrattenimento delle relazioni.
Alla luce di questa definizione, per capacità innovativa si può intendere il livello di attitudine di un’impresa a realizzare ciò che è innovativo. Generalmente, nel definire questo concetto, si fa riferimento alla gestione di una serie di flussi:
- flusso delle informazioni
- aggiornamenti tecnologici
- sviluppo di risorse tecniche
Per alcuni la capacità innovativa coincide con la capacità di reperire informazioni e conoscenze dall’ambiente circostante. Per altri è invece più importante la linea strategica interna dell’azienda, in particolare il suo grado di apertura al cambiamento.
Entrambe le prospettive hanno la loro ragion d’essere e contribuiscono alla definizione di un fenomeno come la capacità innovativa, che per forza di cose ha più sfaccettature ed è incerto. L’incertezza si evince anche solo constatando che nella determinazione del grado di innovazione pesano:
- fattori esterni: il mercato di riferimento e il livello della competizione esistente, come anche le relazioni tra le varie imprese, i fornitori e i clienti;
- fattori interni: il know how e le competenze a disposizione di un’impresa, tanto quanto gli obiettivi e le strategie aziendali;
Come si misura la capacità innovativa
Dopo aver definito dei criteri base cui fare riferimento per capire il concetto di capacità innovativa, vediamo quali sono i metodi e gli strumenti utilizzati per misurarla concretamente. Esistono tre metodi:
- calcolo spesa in ricerca e sviluppo (R&S)
- indice Technology Readiness Level (TRL)
- indice Rendimento Tecnologico Aziendale (RTA)
Calcolo spesa in ricerca e sviluppo (R&S)
Il metodo più comune per effettuare questo particolare tipo di misurazione è fare riferimento alla quantità di spesa per ricerca e sviluppo (o agli indicatori utilizzati per valutare le performance di questo settore). Nella spesa R&S sono contate:
- spese per il capitale umano (come anche la formazione del personale);
- spese per le attrezzature e gli strumenti tecnologici (sia hardware che software);
- spese per conoscenza (come anche i brevetti, come forma di difesa della conoscenza acquisita);
- spese per l’attività di design dei prodotti;
- spese verso terzi che riguardano le voci elencate;
Basarsi unicamente sulla spesa R&S, o sulla quantità di brevetti posseduti, può trarre in inganno. Non possedere brevetti non necessariamente implica un’assenza di comportamenti innovativi. Al contempo, possederne diversi, per idee che non hanno presa sul mercato non è del tutto un indice di innovatività; si è anche supposto che il possesso di brevetti - forma di monopolio legale- può essere un disincentivo alla spinta innovativa.
Indice Technology Readiness Level (TRL)
Esiste un altro metodo, basato su un indice, il Technology Readiness Level (TRL), che richiama il concetto di maturità tecnologica. Da un valore 1 fino a un massimo di 9, si distinguono le imprese che sono in una fase di ricerca da quelle che hanno già in atto un processo di produzione attivo e che presenta le caratteristiche dell’innovatività.
Il criterio del TRL è misurare quanto un’impresa è capace di produrre l’innovazione. Questo comporta che, se si prendono due imprese che producono lo stesso grado di innovazione, sarà più innovativa quella che avrà speso di meno.
Indice Rendimento Tecnologico Aziendale (RTA)
L’ultimo importante metodo di misurazione della capacità innovativa è l’indice di Rendimento Tecnologico Aziendale (RTA), utilizzato non solo per la mera misurazione delle prestazioni aziendali nel campo dell’innovazione, ma anche per la certificazione delle stesse.
Il metodo si fonda sull’analisi di quattro aspetti dell’impresa:
- economia della conoscenza: indica la capacità di trasformare la carica innovativa in un risultato economico;
- ingegneria della conoscenza: ossia l’organizzazione, la gestione e l’implementazione del know how e del capitale umano interno all’impresa;
- finanza della conoscenza: il processo di conversione delle risorse conoscitive in un fattore di leva finanziaria
- organizzazione della conoscenza: capacità di distribuire la conoscenza tra tutti i settori come risorsa condivisa;
Dopo aver attribuito un valore a questi indicatori, si può calcolare il rendimento tecnologico e i suoi eventuali deficit, prospettando degli interventi migliorativi. Alla luce di ciò, si evince come il beneficio più grande dell’indice RTA è il suo essere dinamico e non statico.
Applicazioni pratiche degli strumenti di misurazione della capacità innovativa
Gli strumenti descritti non sono fini a sé stessi, utilizzabili semplicemente per un’analisi aziendale interna. Il TRL, ad esempio, è stato adottato dalla Commissione europea e dal Ministero dello Sviluppo economico nella cornice del progetto Horizon 2020, un programma di investimenti nel settore digitale.
L’indice RTA, che è stato elaborato dall’Università Federico II di Napoli, può essere utilizzato anche per certificare la capacità innovativa di un’impresa. Possedere questo genere di certificazione comporta anche l’iscrizione in un apposito registro di imprese innovative, detenuto dall’Associazione Italiana per la Cultura del Trasferimento Tecnologico (AICTT) - e dunque un riconoscimento della propria professionalità nel campo dell’innovazione, dal quale può discendere anche un vantaggio competitivo nell’attrazione di investimenti.
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