Chi è Massimo Bochicchio, il broker che ha truffato i vip dello sport

Pierandrea Ferrari

25 Febbraio 2021 - 17:58

Titolare della società Kidman Asset Management e del fondo Tiber, Massimo Bochicchio è accusato di aver sottratto centinaia di milioni di euro ai suoi clienti, tra i quali spiccano alcuni dei personaggi più in vista del panorama sportivo italiano, da Conte a Lippi.

Chi è Massimo Bochicchio, il broker che ha truffato i vip dello sport

Un mandato di cattura internazionale lo insegue tra Dubai, Messico e Hong Kong, e la procura di Milano ha già avanzato l’accusa di riciclaggio e disposto il sequestro di beni e abitazioni, da Cortina a Roma, per un valore complessivo di 11 milioni di euro. A finire nell’occhio del ciclone è Massimo Bochicchio, titolare della società londinese Kidman Asset Management e del fondo Tiber, a cui viene ora contestato di aver sottratto circa 600 milioni di euro ai suoi clienti in poco meno di dieci anni di attività.

Tra le vittime del broker alcuni dei nomi più in vista del panorama sportivo italiano, da Antonio Conte a Marcello Lippi, ma il puzzle è ancora incompleto, e i magistrati indagano.

Chi è Massimo Bochicchio, il truffatore dei vip

Dopo un passato da banchiere nel quartier generale di HSBC a Londra, Bochicchio aveva costituito - dopo il 2010 - la società Kidman Asset Management, con sede nel quartiere londinese di Holborn, e il fondo Tiber, facendole passare per entità spinoffate della banca inglese.

E così, anno dopo anno, centinaia di investitori hanno affidato i loro risparmi al broker, attirati da quegli interessi annui al 10% che Bochicchio affermava di poter garantire con le sue strategie di investimento. Solo che la società, quanto il fondo, erano di fatto due scatole vuote, e neanche una minima parte dell’enorme volume di capitali affidato al broker - Bochicchio stesso, in alcune intercettazioni, parla di un giro d’affari da 1,8 miliardi di euro - è stato infine piazzato sul mercato.

Una truffa, in breve, che riporta alla memoria lo schema Ponzi dell’ex numero uno del Nasdaq, Bernie Maddoff, o - in Italia - alla frode da 170 milioni di euro del broker dei Parioli, Gianfranco Lande. Oggi come allora, sono alcuni nomi di spicco a farne le spese: Antonio Conte, Marcello Lippi, ma anche il neoacquisto della Roma Stephan El Sharaawy e l’ex terzino della Juventus, Patrice Evra.

Non solo capitali leciti da far fruttare, però: tra i clienti di Bochicchio figuravano anche quelli con “un tallone d’Achille”, parola del broker, ovvero evasori che avevano affidato a Kidman Asset Management e al fondo Tiber capitali esteri occultati al Fisco, e che si ritrovano ora nella scomoda posizione di non poter denunciare il raggiro.

Una truffa da 600 milioni di euro?

Ai magistrati, ora, il compito di ricostruire un puzzle che si fa di ora in ora più complesso. Uno dei primi teste, Daniele Conte, fratello dell’allenatore dell’Inter, ha già dato alcuni spunti ai Pm: un centinaio di clienti avrebbe affidato circa 300 milioni di euro al fondo Tiber, e altri 200 milioni alla società Kidman Asset Management, per un conto complessivo che potrebbe lievitare fino a 600 milioni di euro.

Ora, mentre la magistratura inizia a mettere le mani sul patrimonio artistico inestimabile lasciato indietro dal broker al momento della fuga - sculture di Balla, vasi di Picasso, quadri di Schifano - le segnalazioni sui movimenti di Bochicchio si moltiplicano a tutte le latitudini, da Dubai al Messico, e le autorità inglesi e italiane seguono la traccia.

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