Cina in contrazione, travolta dal Covid. Petrolio in calo

Violetta Silvestri

02/05/2022

In Cina le attività di fabbrica sono ancora in contrazione, mostrando tutte le fragilità della seconda potenza economica travolta da Covid e blocchi. Il rallentamento spegne anche il greggio.

Cina in contrazione, travolta dal Covid. Petrolio in calo

La Cina rallenta ancora nei dati economici pubblicati ad aprile: l’attività manifatturiera ha mostrato segnali di debolezza, toccando i minimi dal 2020.

Con la seconda potenza mondiale in difficoltà, scossa dall’ondata di contagi che ha riportato pesanti blocchi e lockdown in città cruciali come Shanghai, il prezzo del petrolio ne ha risentito e oggi scambia perdendo almeno un dollaro nei futures WTI e Brent.

La Cina è in crisi? Cosa hanno mostrato i dati del fine settimana e quali conseguenze sui mercati mondiali.

La Cina rallenta e trascina in calo il petrolio

Lunedì 2 maggio i prezzi del petrolio sono scesi durante il commercio fiaccato dalle festività in Asia, poiché le preoccupazioni per la debole crescita economica in Cina, il principale importatore mondiale di greggio, hanno superato i timori di un potenziale stress dell’offerta a causa di un incombente divieto dell’Unione Europea sul greggio russo.

Nel dettaglio, la Cina ha pubblicato dati sabato che mostrano l’attività di fabbrica nella seconda economia più grande del mondo in contrazione per il secondo mese al livello più basso da febbraio 2020 a causa dei blocchi Covid.

L’indice ufficiale dei responsabili degli acquisti nel settore manifatturiero di aprile è sceso a 47,4 dopo la lettura di marzo di 49,5.

Il segno di 50 punti nelle letture del PMI separa la crescita dalla contrazione. Le letture del PMI sono sequenziali e rappresentano l’espansione o la contrazione di mese in mese.

Un’indagine privata ha anche mostrato una contrazione dell’attività delle fabbriche cinesi, con il PMI manifatturiero Caixin/Markit che si è attestato a 46, in calo rispetto al precedente di 48,1.

Omicron e la politica zero-Covid del Governo sono stati i principali colpevoli del calo delle attività della Cina ad aprile, arrestando la produzione industriale e interrompendo le catene di approvvigionamento”, ha scritto in una nota Rodrigo Catril della National Australia Bank.

“Un forte rallentamento dell’economia cinese nel secondo trimestre rimane un risultato realistico in questa fase e se la storia è una guida, il colpo globale alla crescita seguirà poco dopo”, ha affermato Catril, uno stratega valutario dell’azienda.

Tobin Gorey, analista di materie prime della Commonwealth Bank, ha sottolineato che un rallentamento del genere, quando la Cina sta già soffrendo per un crollo immobiliare e si preoccupa per la sua maggiore regolamentazione, è potenzialmente un problema importante per i mercati delle materie prime e l’economia mondiale.

In attesa di capire se l’Ue emanerà l’embargo sul petrolio russo, innescando aumenti dei prezzi e incidendo sulla restrizione dell’offerta di greggio, i dati negativi della Cina hanno rallentato le quotazioni.

Alle ore 8.28 circa, il Brent perde lo 0,86% a 106,22 dollari al barile e il WTI cede lo 0,82% a 103,84 dollari al barile.

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