La ripresa economica della Cina presenta ostacoli e criticità: perché, dopo gli ultimi dati, il rilancio del Dragone risulta sbilanciato?
Cina: quale ripresa economica in corso?
Dopo i dati sul calo demografico storico, che stanno spingendo i funzionari a riprogrammare il sistema economico, nuovi risultati raccontano di un rilancio disomogeneo.
La ripresa cinese è rimasta sbilanciata ad aprile, con la produzione industriale e gli investimenti sostenuti da forti esportazioni e da un mercato immobiliare forte, mentre le vendite al dettaglio hanno mancato le previsioni.
Cosa sta succedendo nella potenza asiatica, uno dei motori della crescita globale?
Cina: cosa hanno svelato gli ultimi dati?
Giornata di dati economici importanti per Pechino.
La produzione industriale è aumentata del 9,8% ad aprile rispetto all’anno precedente, mancando la stima media di un aumento del 10%.
Le vendite al dettaglio sono salite del 17,7% nel periodo, ben al di sotto dell’incremento previsto del 25%. Gli investimenti in immobilizzazioni sono cresciuti del 19,9% nei primi quattro mesi dell’anno, in linea con le previsioni. Il tasso di disoccupazione è stato inferiore al 5,1%.
I dati sottolineano che, sebbene la Cina rimanga un motore di crescita globale e una fonte di domanda di materie prime, l’espansione dell’economia potrebbe essersi stabilizzata.
I responsabili politici stanno cercando di frenare il settore immobili e di ridurre gli stimoli infrastrutturali, in attesa che si riprendano i fattori di crescita della spesa dei consumatori e degli investimenti manifatturieri.
La crescita delle vendite al dettaglio è scesa al 4,3% in aprile su una media biennale dal 6,3% di marzo.
Il consumo di beni e servizi di ristorazione sono entrambi diventati più deboli, minando le aspettative che la domanda dei consumatori stesse iniziando a sostituire gli investimenti come motore di crescita.
Perché la crescita cinese è irregolare
Sebbene l’economia cinese si sia stabilizzata, è ancora sfidata da una ripresa pandemica irregolare a livello globale e da una fragile base per la ripresa interna, ha affermato in una nota l’Ufficio nazionale di statistica cinese.
I massimi leader della nazione hanno recentemente descritto il rilancio come “squilibrato e instabile”, promettendo ulteriori sforzi per guidare un rimbalzo della domanda interna.
Bruce Pang, di China Renaissance ha commentato:
“La Cina sta ancora assistendo a una ripresa sbilanciata, poiché l’occupazione, il reddito delle famiglie, i consumi, gli investimenti manifatturieri, il settore dei servizi e le imprese private devono ancora tornare al livello pre-pandemia”
In un rapporto trimestrale di politica monetaria pubblicato la scorsa settimana, la Banca Popolare Cinese ha osservato che le basi per la ripresa economica non sono ancora solide e la spesa dei consumatori rimane limitata.
Inoltre, il tasso di disoccupazione per le persone di età compresa tra 16 e 24 anni è rimasto alto, al 13,6%. Gli investimenti manifatturieri sono apparsi deboli nei primi quattro mesi dell’anno, scendendo dello 0,4% su base media biennale ad aprile, suggerendo che le imprese non hanno fiducia sulla futura forza del rimbalzo.
In questo scenario, Nomura Holdings vede sorgere una serie di rischi nella seconda metà dell’anno per la Cina: la crescita delle esportazioni potrebbe rallentare poiché i consumatori nelle economie sviluppate spostano la spesa dai beni ai servizi; una recrudescenza di contagi nei Paesi in via di sviluppo potrebbe ridurre la loro domanda; l’aumento dei prezzi delle materie prime peserà sulla spesa; il freno alla proprietà e al debito dei governi locali avrà un impatto sugli investimenti.
Anche la Cina, quindi, affronta i suoi guai economici per allontanare gli “spettri” della pandemia.
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