Cina: economia in ripresa o in declino? Cosa aspettarsi

Violetta Silvestri

15 Luglio 2021 - 10:26

La Cina manda segnali contrastanti all’economia globale: il PIL cresce ma non centra le attese e mette in evidenza una ripresa irregolare. Cosa aspettarsi sul dragone?

Cina: economia in ripresa o in declino? Cosa aspettarsi

Cina in ripresa o in declino? Un interrogativo lecito e, soprattutto, importante dopo i risultati economici di giugno e del secondo trimestre.

L’attenzione alle dinamiche di crescita o rallentamento della potenza asiatica è al massimo, considerando il momento delicato per tutta l’economia globale.

Materie prime ancora in corsa, carenza di chip, ritorno dei contagi con la variante Delta e ripristino di restrizioni fanno da cornice a un periodo segnato da inflazione in rialzo e preoccupazioni su occupazione e tapering da parte delle banche centrali.

La Cina che cresce ma non convince è un altro campanello di allarme per la ripresa economica mondiale: come leggere i dati del dragone e cosa aspettarsi?

Cina: tutti i dati economici sotto la lente

Dove sta andando la Cina? In un periodo storico cruciale, con la ripresa economica dalla pandemia diventata la priorità e, soprattutto, nel quale la tensione USA-Cina è sempre più forte, l’attenzione su Pechino è ai massimi livelli.

Cosa hanno svelato i dati di giugno?

Innanzitutto, il PIL è aumentato del 7,9% rispetto all’anno precedente, in calo dal 18,3% del trimestre precedente, con quel rallentamento che riflette in gran parte gli effetti di base della pandemia dello scorso anno.

Su una crescita media di due anni che esclude tale effetto, l’economia è cresciuta del 5,5% nell’ultimo trimestre, leggermente di più in confronto ai tre mesi precedenti.​

A livello trimestrale, il Prodotto Interno Lordo è salito dell’1,3% nei tre mesi fino alla fine di giugno, rispetto a un’espansione rivista dello 0,4% nel trimestre precedente.

Il rilascio dei dati arriva in un momento di tensione per i pianificatori economici cinesi mentre cercano di bilanciare la stabilità finanziaria con la crescita.

Liu Aihua, un portavoce della NBS, sostiene che l’economia ha continuato a “recuperare costantemente”, ma ha avvertito che il rimbalzo era “squilibrato”.

“Dobbiamo anche essere consapevoli che il coronavirus continua a mutare a livello globale e le instabilità e le incertezze esterne abbondano”, ha affermato.

Non mancano, comunque, i segnali di ottimismo. La ripresa delle vendite al dettaglio a giugno e i maggiori investimenti da parte dei produttori hanno alimentato aspettative positive sul fatto che la crescita della Cina stia diventando più equilibrata.

La ripresa economica finora aveva mostrato una forma di V, alimentata dall’aumento delle esportazioni e da un mercato immobiliare caldo, piuttosto che dalla domanda dei consumatori.

Segnali contrastanti da Pechino

La Cina, la prima grande potenza a uscire dal lockdown lo scorso anno, è stata osservata da vicino da altre economie alle prese con fragili recuperi e gli effetti della crisi.

Gli economisti ora si dividono con commenti più positivi o cauti nel prevedere una piena accelerazione del dragone.

Julian Evans-Pritchard, economista di Capital Economics, ha affermato che il boom delle esportazioni cinesi legato alla pandemia “sembra aver raggiunto il picco” e ha osservato che su base trimestrale il tasso di crescita del PIL era ancora il quarto più debole da quando questi dati sono stati pubblicati per la prima volta nel 2010.

“Tutto sommato, l’attività in Cina è rimasta forte. Ma con la produzione già al di sopra della sua tendenza pre-virus, l’economia sta lottando per guadagnare terreno al suo ritmo abituale”, questa la sintesi della sua analisi.

I produttori di tutta l’Asia sono stati anche colpiti dai forti aumenti dei prezzi e dagli improvvisi vincoli di offerta che hanno impattato su importanti risorse utilizzate dall’industria. Anche i ritardi nelle spedizioni e la carenza di materie prime hanno alimentato i timori per le interruzioni.

Cosa aspettarsi sulla Cina e sull’economia globale?

Questa settimana il premier cinese Li Keqiang ha espresso una nota cauta sulle prospettive, avvertendo che la nazione deve prepararsi ai rischi ciclici e apportare aggiustamenti anticiclici.

Gli analisti prevedono che i Governi locali accelereranno l’emissione di obbligazioni nella seconda metà per sostenere la spesa in infrastrutture.

La continua necessità di Pechino di sostenere la crescita nella seconda metà invia un avvertimento al resto del mondo su quanto durevoli si dimostreranno i loro recuperi post-pandemia e sui pericoli di uscire prematuramente dallo stimolo.

Sotto i riflettori è finita anche la banca centrale cinese. Non tutti gli analisti sono convinti dall’affermazione della banca centrale che il taglio del coefficiente di riserva obbligatoria non abbia rappresentato un cambiamento nella direzione politica, vedendo un maggiore stimolo monetario all’orizzonte.

Secondo alcuni analisti, il taglio dell’RRR è un segnale evidente che la Cina è entrata in un ciclo di allentamento.

Il G20 dell’Economia ha recentemente evidenziato che la minaccia di nuove varianti del coronavirus e un ritmo irregolare della vaccinazione potrebbero minare le prospettive di crescita dell’economia mondiale.

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