I mercati guardano agli sviluppi della crisi Covid in Cina e ai suoi strascichi sulla crescita globale. Non solo guerra in Ucraina, il dragone detta il ritmo delle Borse. In focus il petrolio.
Mercoledì le borse asiatiche sono in aumento, nonostante le banche centrali si siano lanciate in rialzi aggressivi dei tassi per combattere l’impennata dell’inflazione e hanno lasciato gli investitori preoccupati per il rallentamento della crescita globale.
In Asia si guarda con interesse alle mosse della Cina, alle prese con la politica contro il Covid e con misure per favorire la crescita.
Intanto, anche il petrolio è sotto i riflettori, con aumenti di prezzo in evidenza.
Cina sempre protagonista per le Borse: i motivi
In Cina, la rigida politica Covid del Paese sta mettendo a dura prova le ampie misure per sostenere la crescita e non scoraggiare gli investitori sempre più diffidenti.
La banca centrale della nazione e l’autorità di regolamentazione bancaria hanno esortato i prestatori ad aumentare i prestiti, nell’ultimo sforzo per sostenere l’economia in difficoltà.
I trader restano preoccupati per la crescita, vista in rallentamento a causa delle condizioni monetarie più rigide per ridurre l’aumento dell’inflazione, della guerra in Ucraina e dei blocchi della Cina che stanno soffocando le catene di approvvigionamento.
Gli investitori in Asia rimangono nervosi per il fatto che la crescita sia influenzata dagli effetti dei persistenti blocchi cinesi per il Covid, che minacciano di minare le recenti misure di stimolo nella seconda economia più grande del mondo.
“In Asia, il dibattito è incentrato sul fatto che le politiche di allentamento della Cina siano sufficienti o meno per compensare le pressioni al ribasso”, ha affermato in una nota Stephen Innes di SPI Asset Management.
L’esperto ha aggiunto che i moltiplicatori di bilancio saranno minimi in un’economia in cui l’attività economica ha subito un forte rallentamento. Andare oltre le restrizioni alla mobilità in breve tempo è una condizione preliminare, ma non una garanzia, per una ripresa economica guidata dall’Asia.
Il petrolio ancora in aumento
La seduta odierna si apre anche con l’osservazione del prezzo del petrolio, in aumento.
Il greggio è in rialzo dopo un calo di due giorni, considerando che un rapporto del settore ha mostrato le scorte di benzina degli Stati Uniti in riduzione in vista della stagione estiva.
L’Arabia Saudita ha inoltre affermato che non c’è più niente che possa fare per domare il mercato.
I futures del West Texas Intermediate sono saliti sopra i 110 dollari al barile dopo aver perso circa il 3% nelle due sessioni precedenti.
L’American Petroleum Institute ha riferito che le scorte di carburante per motori sono diminuite di 4,22 milioni di barili la scorsa settimana. Si tratta del livello più basso per questo periodo dell’anno dal 2013.
Il ministro degli Esteri saudita, il principe Faisal bin Farhan, ha affermato che “l’offerta di petrolio in questo momento è relativamente in equilibrio” durante una sessione del panel al World Economic Forum di Davos, in Svizzera. “Il regno ha fatto quello che poteva”, sottolineando così l’indisponibilità ad aumentare la produzione e l’erogazione di greggio sul mercato.
Alle ore 8.33 circa, il WTI scambia a 110,55 dollari al barile (+0,71%) e i future sul Brent segnano un 11,37 dollari al barile (+0,61%).
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