Dopo la richiesta del 12 maggio, ecco qual è il procedimento per la Finlandia per entrare nella Nato e perché è fondamentale il voto del Parlamento italiano.
Lo scorso 12 maggio, il presidente finlandese Sauli Niinisto e il primo ministro Sanna Marin hanno pubblicato un comunicato congiunto esprimendo la volontà del Governo di Helsinki di presentare domanda di adesione alla Nato. Una richiesta che verrà votata dal Parlamento il prossimo 16 maggio e, come viene riportato nella nota, deve avvenire «senza indugio».
Si tratta di una risoluzione storica per il Paese baltico che dopo decenni pone fine alla storica neutralità, tale da coniare addirittura il termine “finlandizzazione”, utilizzato per indicare una condizione di indipendenza subendo però l’influenza di una potenza politica confinante. Nel caso specifico la Russia.
Uno scenario del genere era stato ipotizzato come possibile condizione futura dell’Ucraina. Dopo la comunicazione partita dalle istituzioni finlandesi, le quali hanno fatto infuriare la Russia, l’ipotesi di “finlandizzazione” rischia di scomparire non solo dai manuali di relazioni internazionali, ma anche dal novero di future ipotesi politiche.
Tuttavia, la richiesta della Finlandia di entrare nell’Alleanza atlantica deve ancora passare per il processo di conferma dell’ammissione da parte delle nazioni già appartenenti al Trattato. Ecco quindi quali sono i passaggi per entrare nella Nato e il ruolo del Parlamento italiano nel procedimento.
Come si entra nella Nato: i prossimi passi per la Finlandia
Il processo per l’ingresso di un nuovo Stato nella Nato è previsto dall’articolo 10 dell’organizzazione ed è stato normato nel 1999 con il Membership Action Plan (Map), ovvero il “Piano d’azione per l’adesione”.
Questo è comunque subordinato a due condizioni imprescindibili:
- la nazione candidata deve essere uno Stato europeo;
- le nazioni già presenti all’interno del Trattato del Nord Atlantico devono accogliere un nuovo membro all’unanimità.
Basterebbe quindi che un solo Paese si mostri contrario al suo ingresso per bloccare la possibilità della Finlandia di accedere alla Nato. Nelle scorse settimane, ad esempio, la Croazia aveva minacciato di mettersi di traverso rispetto a questa possibilità.
Anche l’Italia potrebbe giocare un ruolo decisivo in questo senso, viste anche le fibrillazioni all’interno della maggioranza di Governo.
Il ruolo del Parlamento italiano
La Costituzione italiana prevede infatti che sia il Parlamento a ratificare i trattati internazionali. Ambito a cui appartengono le decisioni relative alla Nato. In sintesi: se Camera e Senato non approvassero a maggioranza l’ingresso della Finlandia nel Patto atlantico, questo verrebbe bloccato.
Ovviamente, uno scenario del genere avrebbe ripercussioni interne, riguardo la tenuta del Governo guidato da Mario Draghi, ed esterne, concernenti la stessa collocazione dell’Italia nel panorama politico internazionale.
Questa prospettiva non può però essere esclusa soprattutto visti i continui distinguo di Matteo Salvini e di Giuseppe Conte, con quest’ultimo che sembra particolarmente insofferente rispetto alle ultime decisioni del Presidente del Consiglio italiano.
I due leader di Lega e Movimento 5 Stelle potrebbero essere tentati di andare contro il Governo da loro sostenuto, affermando pubblicamente di non voler approvare decisioni che rischiano di portare a un’ulteriore escalation tra Occidente e Russia.
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