Come vendere un gatto: le regole da seguire per non commettere un illecito

Luna Luciano

30 Dicembre 2021 - 01:01

Se si è deciso di vendere un gatto è opportuno conoscere le nuove leggi in materia per non commettere un illecito. Ecco quali sono le nuove norme e come prendersi cura del cucciolo fino alla vendita.

Come vendere un gatto: le regole da seguire per non commettere un illecito

Pur essendo un amante dei gatti, non sempre si possono tenere con sé tutti cuccioli che si desidererebbe. Per questo può capitare che dopo una cucciolata della propria gatta si decida di vendere, magari anche a malincuore, i cuccioli.

Ma prima di compiere una scelta affrettata sarebbe opportuno conoscere la legge italiana, in modo da non commettere illeciti e finire nei guai. La vendita di animali da compagnia, come i gatti, soprattutto se cuccioli e di razza, può creare dei problemi. Ecco tutto quello che c’è da sapere a riguardo.

Come vendere un gatto: cosa dice la legge italiana?

A differenza di alcuni Paesi e città, come Boston, in Italia vendere animali di razza, sia negli allevamenti che nei negozi è legale: nessuna legge lo vieta. Sono ugualmente legali sia gli allevamenti professionali, sia quelli amatoriali, perciò se desiderate vendere i cuccioli della vostra gatta: liberi di farlo.

Tuttavia è opportuno conoscere il Decreto legislativo n. 529/92, il quale stabilisce che non è consentita, in nessun caso, la commercializzazione di animali senza pedigree, vendendoli come “animali di razza”.

Per non confondersi le idee: non è illegale vendere un gatto senza pedigree, ma è illegale venderli al cliente come animali di razza, come si legge nella nota dell’ANFI (Associazione Nazionale Felina Italiana). Questo perché non possono essere garantite le stesse condizioni sanitarie, di benessere e di tracciabilità che devono essere rispettate da chi alleva gli animali, seguendo le linee stabilite dagli Enti.

Inoltre il Decreto prevede una sanzione che va dai 10.000- 60.000 euro per chi vende un animale non rispettando l’attuale normativa.

Vendere un gatto: come ottenere la certificazione del pedigree?

Per chi non lo sapesse, il pedigree è il certificato di iscrizione ai Libri Genealogici, che in Italia viene emesso da ENCI (Ente Nazionale della Cinofilia Italiana) per i cani e dall’ANFI (Associazione Nazionale Felina Italiana) per i gatti, e certifica l’appartenenza del cane o del gatto a una particolare razza. Sempre sul documento sono indicati i dati anagrafici sia del proprietario che dell’allevatore, compresa la genealogia del cucciolo. In Italia quindi c’è l’obbligo di pedigree per chi vende un gatto di razza.

Perciò anche se siete sicuri della razza del vostro gatto e dell’altro genitore, non si può assicurare al futuro proprietario dei cuccioli la razza senza questo documento.
Per ottenere il pedigree, l’allevatore della cucciolata deve obbligatoriamente iscrivere i cuccioli di gatto al Registro Origine Italiano, (ROI).

Eppure guardando alcuni siti specializzati negli annunci online è facile trovare chi vende un gatto di razza sprovvisto di pedigree. Perciò massima attenzione se non si vuole incorrere in multe e sanzioni.

A quale prezzo vendere un gatto?

Per quanto la domanda possa sembrare cinica è opportuno informarsi sui prezzi del mercato. Infatti vendere un cucciolo a un prezzo troppo elevato per la tipologia, potrebbe voler dire non trovare una casa per i propri cuccioli. Ecco quindi orientativamente quali sono i costi in media di un gatto:

  • Un incrocio tra 2 o più razze può costare fino a massimo 50 euro.
  • Un gatto di razza invece può essere venduto a un prezzo compreso tra 300-900 euro.

Come vendere un gatto: quando vendere il cucciolo?

Non esiste un’età precisa in cui è meglio vendere un gatto. Si può decidere di vendere un gatto, magari anziano, perché non ci si può prendere più cura di lui, anche se spezza il cuore.

Sicuramente se si decidere di vendere dei cuccioli di gatto e si possiede la madre della cucciolata, è opportuno attendere la fine dello svezzamento, circa 2-3 mesi. Per i gatti, come per qualsiasi cucciolo, è fondamentale passare del tempo con la madre. Non solo perché i cuccioli per essere sani devono essere nutriti, ma perché è grazie alla madre se i cuccioli imparano a relazionarsi con gli esseri umani, così come imparano a usare la lettiera. Un tempo quindi prezioso per acquisire abitudini fondamentali.

Come vendere un gatto: alcuni consigli

Ciò che preoccupa molti venditori sono due questioni nello specifico: il costo delle spese e il nuovo padrone. Se si amano profondamente gli animali è naturale volersi accertare della loro salute e del loro futuro padrone.

Nel primo caso sfortunatamente vaccini e sverminazione hanno un costo, che se moltiplicato per i cuccioli, potrebbe avere un costo non indifferente. Solitamente è compito dell’allevatore vendere il gatto con il microchip. Detto questo, nel caso di venditori amatoriali, è possibile accordarsi con il cliente e stabilire chi dei due pagherà le spese della sverminazione e dei vaccini. Solitamente il venditore può coprire in anticipo il costo delle spese, che poi gli sarà restituito dal cliente al momento della vendita.

Nel secondo caso, se si vuole essere certi che il futuro padrone sia quello giusto, potrebbe essere un’idea far incontrare il cliente con il futuro cucciolo, in modo da poter osservare il futuro padrone, che da poter far abituare il gattino alla nuova figura.

L’importante è che si rispetti il benessere dell’animale, che non lo si maltratti e che non gli si facciano mancare le cure di cui ha bisogno. In modo che, una volta lasciato il nido, possa continuare a vivere in salute anche con il nuovo padrone.

Argomenti

# Legge

Iscriviti a Money.it