Concorsi pubblici: il ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta dice addio ai quiz logico-matematici nelle selezioni e che non premiano la reale preparazione dei candidati. Vediamo cosa cambia.
Concorsi pubblici: il ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta dice addio ai quiz. Ma cosa significa e cosa cambia?
I concorsi pubblici sono stati modificati con il decreto Covid di aprile che ha previsto delle modalità semplificate, tra queste l’eliminazione della preselettiva sostituita dalla valutazione dei titoli e che ha creato non poche polemiche.
Ora un emendamento vuole modificare questo aspetto e ridimensionare la valutazione dei titoli.
Intanto il ministro Brunetta ha annunciato che per i nuovi concorsi pubblici si dirà addio ai “concorsisti per professione” e quindi a determinate tipologie di quiz che non sono meritocratici.
Concorsi pubblici: addio ai quiz da Brunetta
Il ministro per la PA Brunetta è tornato a parlare di concorsi pubblici e dice addio ai quiz e ai concorsisti per professione con l’obiettivo di alzare il livello di competenze di chi entra nelle amministrazioni pubbliche.
Il ministro infatti, intervenuto ieri su Radio24 ha dichiarato:
“I concorsi non saranno più “piatto ricco mi ci ficco”, nel senso che si pensa di partecipare solo perché ci sono 3 – 10 mila posti messi a concorso.”
Pertanto il ministro per la PA vuole eliminare la figura dei concorsisti vale a dire coloro che hanno fatto della partecipazione ai concorsi pubblici un mestiere imparando a memoria i quiz logico- matematici alla base delle selezioni. Ha detto il ministro:
“Anziché investire su formazione e valore dello studio hanno passato mesi, se non anni, a imparare a memoria quiz logico-matematici. Basta, ridiamo valore allo studio.”
Pertanto, sulla base delle precedenti indicazioni, e nonostante le polemiche, alla base dei concorsi pubblici ci sarà primariamente la valutazione dei titoli e delle esperienze.
Il ministro, come ha avuto modo di chiarire in più di un’occasione, ricorda che la valutazione dei titoli è facoltativa, al posto della preselettiva, per i concorsi già banditi prima del decreto Covid n.44 del 1° aprile 2021, ma che riguarderà tuttavia certamente i concorsi banditi successivamente ed espletati durante l’emergenza.
Quello che sembra chiaro per i concorsi pubblici è che i quiz standard, spesso usati nelle preselettive, verranno eliminati per elevare il valore delle selezioni.
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“Mai più carta e penna, tutto in digitale entro 100 giorni (per consentire di fare 2-3 concorsi all’anno), con una prova scritta e una eventuale prova orale.”
Ha dichiarato sempre il ministro per la PA Radio24:
“Passeremo dall’Ottocento alla modernità, per consentire a qualsiasi amministrazione di fare anche 2-3 concorsi l’anno in ragione delle sue esigenze, con un numero accettabile di partecipanti, con posti messi a concorso e funzioni certe. Occorrerà sempre di più mettere al centro merito, formazione, qualità e disponibilità ad apprendere, non sempre è stato così.”
I primi concorsi pubblici che si svolgeranno senza quiz logico-matematici, quindi senza preselettiva, e nelle nuove modalità semplificate, lo ricordiamo, sono quello per il Sud e il concorso per il Comune di Roma per 1.470 posti al quale è ancora possibile iscriversi.
Questi saranno i banchi di prova per capire se i nuovi concorsi pubblici del ministro Brunetta funzionano davvero.
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