Per i concorsi scuola i bandi potrebbero essere a rischio e gli insegnanti precari che attendono da mesi le selezioni potrebbero dover aspettare ancora. Vediamo perché.
Per i concorsi scuola c’è attesa, ma i bandi sono a rischio? Ieri la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina aveva annunciato 3 bandi a febbraio: uno per il concorso straordinario e uno per l’ordinario per le scuole secondarie, un terzo bando per infanzia e primaria.
Previsti già nel decreto scuola convertito in legge lo scorso 19 dicembre 2019, i concorsi sono stati oggetto di discussione dei due tavoli che il 29 e 30 gennaio si sono tenuti tra ministero e sindacati.
Ora i bandi sono a rischio a causa della rottura che arriva dai sindacati che annunciano di essere pronti alla mobilitazione. In particolare l’opposizione riguarda il concorso straordinario che dovrebbe immettere in ruolo i docenti precari con almeno 36 mesi di servizio già a partire, almeno queste sembrano le intenzioni di Azzolina, da settembre 2020. Vediamo perché i bandi sono a rischio e da cosa deriva la rottura dei sindacati.
Concorsi scuola, bandi a rischio: la rottura dei sindacati
E se i bandi dei concorsi scuola sono a rischio è per la rottura dei sindacati e riguarda in particolare la procedura di selezione per il concorso straordinario riservato ai precari con almeno 36 mesi di servizio.
I bandi dei concorsi erano previsti per i primi giorni di febbraio secondo il verbale che i sindacati Cgil, Cisl, Uil, Gilda e lo Snals avevano firmato con l’ex ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti.
Il tavolo con la ministra Azzolina salta al termine dell’ultimo incontro di gennaio che si è avuto giovedì 30, giorno in cui tra le altre cose il ministero ha anche annunciato la lista completa ufficiale delle materie della seconda prova della Maturità 2020.
I sindacati annunciano la rottura e si preparano alla mobilitazione perché pare che alle loro richieste il ministero si sia reso indisponibile a dare una risposta conciliante.
«L’atteggiamento del Miur rispetto alle nostre proposte è stato di totale chiusura» hanno dichiarato i sindacati.
In particolare i sindacati chiedono:
- che per la prova del concorso straordinario venga fornita ai candidati una banca dati sui quesiti che potrebbero essere oggetto della prova;
- per il concorso straordinario la prova scritta sarà computer based, con un procedura semplificata rispetto all’ordinario, ma i sindacati ritengono che 80 domande in 80 minuti siano troppe. Neanche 70 domande sembrano soddisfare le richieste;
- ancora i sindacati per il punteggio delle prove chiedono che allo scritto venga dato un punteggio di 30, che ai titoli venga attribuito fino a un massimo di 70 punti oltre a 5 punti per ogni anno di servizio;
- ancora chiedono per il concorso ordinario di eliminare la prova preselettiva o almeno definire un voto minimo per il suo superamento che sia omogeneo per tutto il territorio nazionale. Vorrebbero anche che il numero delle domande fosse lo stesso per ogni classe di concorso;
- un’altra richiesta riguarda i docenti di sostegno che insegnano nell’infanzia e primaria e che stanno conseguendo la specializzazione o sono già specializzati. Per loro chiedono che possano partecipare anche al concorso straordinario per la secondaria.
Su questi punti arriva la secca opposizione del Miur e così i sindacati prevedono ricorsi e mobilitazione facendo sì che i bandi previsti per i primi mesi di febbraio possano slittare ulteriormente.
Concorsi scuola: la posizione del Miur alle richieste dei sindacati
I bandi sono a rischio perché alle richieste dei sindacati arriva la posizione del Miur che sembra poco conciliante. Sulla banca dati con le domande oggetto della preselettiva il Miur, che la prevede per il concorso ordinario, si dice contrario alla possibilità di concederla anche ai precari dello straordinario. Nel verbale del ministero si legge: «Trattasi di prova scritta selettiva volta ad accertare il possesso da parte dei candidati di specifiche competenze».
Non solo, il Miur, nella persona della ministra Azzolina, non prevede che le domande per il concorso straordinario possano diminuire, ma ritiene che il punteggio da attribuire al servizio e ai titoli non basti. Allo scritto, per il ministero, anche per chi già insegna, verrà attribuito l’80% del punteggio.
Il no arriva anche per gli insegnanti di sostegno che insegnano nell’infanzia e primaria e che per il ministero non potranno partecipare al concorso straordinario per la secondaria. All’opposizione dei sindacati che si dicono insoddisfatti dell’incontro con il Miur e che si preparano a una possibile mobilitazione, arriva la risposta del ministero:
«Desta stupore la posizione espressa dalle organizzazioni sindacali al termine del tavolo tecnico, a fronte di un governo che sta per assumere quasi 70mila docenti attraverso i vari bandi di concorso in preparazione. Bandi che devono partire subito per consentire le immissioni in ruolo. I sindacati decidono per la rottura, nonostante un tentativo di trattativa e l’accoglimento di metà delle questioni portate al tavolo odierno».
Se non c’è incontro i bandi potrebbero slittare. Il ministero sembra intenzionato a procedere per la sua strada. Il futuro dei docenti e laureati che attendono i concorsi scuola è ancora incerto.
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