Fruire del congedo straordinario può essere conveniente ai fini previdenziali?
Il congedo straordinario è riconosciuto ai lavoratori dipendenti che si prendono cura di un familiare con grave handicap ai sensi della legge 104. Durante il periodo di aspettativa, che è retribuita, si riceverà una indennità pari all’ultimo stipendio base a la relativa copertura contributiva.
Rispondiamo alla domanda di un lettore di Money.it che ci scrive:
“Buongiorno,
sono in possesso di legge 104 per assistere un familiare con inabilità al 100%.
Potrei andare in pensione con 41 anni al 1 Marzo.
La mia domanda è questa, sarebbe conveniente ai fini pensionistici per me usufruire prima di andare in pensione dei due anni di permesso continuativi per poi andare o con 41 o, se riesco, con legge Fornero 43.1? Aspettando una risposta Cordialmente saluto”.
Pensione, meglio prima il congedo?
Anche se ha raggiunto i requisiti di accesso alla quota 41 (solo se è anche lavoratore precoce ed ha versato, quindi, almeno 12 mesi di contributi prima di compiere i 19 anni di età) la strada del congedo straordinario prima del pensionamento non è sbagliata e le spiega il perché.
Richiedendo i 2 anni di congedo straordinario per assistere un familiare convivente con grave handicap ai sensi della legge 104, ritarda il pensionamento di 2 anni, e questo è un dato certo. Ma fra due anni sicuramente le spetterà una pensione di importo più elevato.
Difatti nei due anni che fruirà dell’aspettativa retribuita avrà diritto ai contributi figurativi relativi al periodo che andranno ad aumentare il montante contributivo su cui sarà calcolato il suo assegno previdenziale. I contributi figurativi del congedo straordinario, infatti, sono utili non solo al diritto della pensione ma anche al suo calcolo.
Inoltre, da tenere in considerazione anche il fatto che, accedendo alla pensione due anni più tardi comporterà l’applicazione di coefficienti di trasformazione più vantaggiosi (i coefficienti di trasformazione, infatti, salgono al salire dell’età di accesso alla pensione), almeno per la quota contributiva dell’assegno, che le restituiranno un assegno sicuramente più vantaggioso.
Da non tralasciare, infine, il fatto che, se ha raggiunto il diritto alla pensione quota 41, diritto che cristallizza, i due anni di contributi in più sicuramente la avvicineranno anche alla possibilità di accedere con l’anticipata ordinaria prevista dalla legge Fornero (che richiede oltre ai 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini ed un anno in meno per le donne, prevede anche una finestra di attesa di 3 mesi per la decorrenza del trattamento).
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