Cop26, accordo Cina-USA: perché è importante

Andrea Pastore

12/11/2021

La Cina e gli USA hanno diffuso una dichiarazione congiunta durante la Cop26. Chi dice sia carta straccia e chi pensa abbia valenza politica: di cosa si tratta?

Cop26, accordo Cina-USA: perché è importante

La Cop26 sta per terminare, siamo al giro finale dei negoziati che riguardano il futuro del nostro pianeta. In attesa del testo conclusivo, una novità è piombata sul tavolo delle trattative: la Cina e gli Stati Uniti hanno diffuso una dichiarazione congiunta sugli impegni intrapresi per affrontare la crisi ambientale e climatica.

Anticipiamo fin da subito che l’accordo tra le due superpotenze non prevede chissà quali passi in avanti sul tema ambientale. Nonostante l’assenza di contenuti concreti, però, molti osservatori e analisti confermano che la dichiarazione congiunta ha una valenza politica non indifferente.

La motivazione risiede nel fatto che la Cina e gli Stati Uniti, essendo le due maggiori potenze presenti sul pianeta, sono in conflitto tra di loro in quasi tutti gli ambiti: dalla competizione di tipo economico e politico-militare fino alla presenza di entrambe in zone di interesse strategico: lo scontro è quasi inevitabile.

Avendo in mente di quale sia il rapporto tra gli Stati Uniti e la Cina, e considerando i grandi interessi che muovono le azioni di queste due superpotenze, una dichiarazione congiunta di intenti - anche se fosse solo uno specchietto per le allodole - può contribuire ad oleare la fine dei colloqui di Glasgow, nonché trovare un campo comune su cui cooperare: un’escalation del conflitto tra Cina e Stati Uniti potrebbe essere prorogato grazie alla questione ambientale. Non ne siamo sicuri ma è ciò che auspichiamo.

Entrando nel merito dell’accordo, vediamo cosa contiene il documento.

Il contenuto dell’accordo tra Stati Uniti e Cina

La dichiarazione è divisa in 16 punti ed è stata esposta in due conferenze stampa separate: John Kerry ha parlato per gli Stati Uniti e Xie Zhenhua per la Cina.

Nei primi punti, viene ribadito l’impegno delle due superpotenze di rispettare quelli che sono gli accordi di Parigi stipulati a seguito della Cop21 e che a loro volta sono improntati sulla falsa riga della UNFCCC del 1992, ossia la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti, i c.d. Accordi di Rio.

Nello specifico, il punto tre della dichiarazione congiunta recita:

Gli Stati Uniti e la Cina ricordano il loro fermo impegno a collaborare insieme e con le altre parti per permettere l’attuazione degli accordi di Parigi. Le parti ricordano, inoltre, l’obiettivo da rispettare ai sensi dell’Articolo 2 di mantenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2 gradi C e proseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5 gradi C.

Inoltre, sempre dalla lettura della dichiarazione, Cina e Stati Uniti hanno espresso la volontà di collaborare tra di loro su cinque punti, nello specifico:

  • Attuazione quadri normativi e standard ambientali per gli anni avvenire;
  • Massimizzazione dei benefici sociali della transizione energetica;
  • Incentivazione all’abbandono del carbone e dell’elettrificazione dei settori industriali;
  • configurazione aree chiave legate all’economia circolare;
  • Implementazione di tecnologie come la CCUS (Carbon dioxide Capture & Utilization or Storage).

Il punto sulla CO2

L’accordo contiene anche un punto che riguarda la riduzione delle emissioni di CO2.

Cina e Stati Uniti al punto 9 della dichiarazione congiunta intendono cooperare sull’implementazione di alcune policy che, secondo le due superpotenze, potrebbero portare ad una riduzione significativa delle emissioni di CO2. Nello specifico:

  • Politiche che supportino l’effettiva integrazione di quote elevate di energia rinnovabile a basso costo;
  • Politiche di trasmissione dell’elettricità che incoraggino il bilanciamento della domanda e dell’offerta nella maniera più efficiente possibile;
  • Politiche per incentivare soluzioni tipo l’utilizzo di energia solare e di accumulo di altre forme di energia pulita;
  • Definizione di standard di efficienza energetica per ridurre gli sprechi.

I piani nazionali per ridurre le emissioni di metano

Una delle poche novità è quella di un impegno indefinito da parte della Cina per ridurre le emissioni di metano.

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, essi hanno annunciato la definizione di un piano d’azione nazionale per ridurre le emissioni di metano.

Mentre la Cina, dal canto suo, oltre ad aver comunicato il proprio NDC - il National Determined Contributions, ossia il documento previsto dagli Accordi di Parigi in merito ai contributi delle singole nazioni sul tema ambientale -, ha in cantiere un piano d’azione per ridurre le emissioni di metano entro il 2030.

Solo parole al vento?

Fidarsi delle due potenze mondiali non è di sicuro facile, considerando che sono anche quelle che inquinano di più a livello globale, sia per le dimensioni sia per lo sviluppo socioeconomico e tecnologico che le caratterizza; per non parlare degli interessi coinvolti dietro le azioni delle due big.

Tuttavia, non bisogna buttar via la totalità della cosa. L’accordo tra gli Stati Uniti e la Cina, anche se si concluderà in un nulla di fatto, è un modo per iniziare una qualche forma di cooperazione su almeno un dossier; nel caso specifico quello sul clima e sull’ambiente.

La dichiarazione ha una valenza politica, auspichiamo soltanto che le parole scritte sull’accordo non rimangano carta straccia.

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