Sono passati poco più di 6 mesi da quando il Governo Conte II decise di imporre il coprifuoco alle 22 per fronteggiare l’impennata dei contagi dovuta alla seconda ondata pandemica. Ecco una stima (di massima) di quanto sono costate le chiusure anticipate degli esercizi commerciali.
Sono passati poco più di 6 mesi da quando l’esecutivo giallorosso a guida Conte decise di imporre in tutta Italia il coprifuoco alle 22 per fronteggiare la seconda ondata pandemica, andando così a rafforzare le diverse restrizioni già implementate su base regionale nelle ultime due settimane di ottobre.
E ora che il coprifuoco sembra destinato a cadere a stretto giro, grazie alle buone notizie sul fronte epidemiologico e al pressing dei partiti di lotta e di governo (vedi Lega), proviamo a risolvere il rebus: quanto è costato all’Italia lo stop anticipato degli esercizi commerciali?
Quanto è costato all’Italia il coprifuoco?
Anzitutto, una precisazione: il coprifuoco ha imposto lo stop agli spostamenti alle 22 – uniche eccezioni le comprovate esigenze di lavoro, le situazioni di necessità e i motivi di salute – ma il giro di vite era stato già anticipato dalla chiusura alle 18 per ristoranti, bar, pub, agriturismi, pizzerie e gelaterie, come prescritto dal Dpcm in data 25 ottobre, e solo in parte alleggerita dall’asporto.
Un punto da tenere in conto, perché buona parte degli studi condotti sull’impatto del coprifuoco sull’economia italiana fanno riferimento ad una fase storica in cui questi esercizi commerciali potevano operare liberamente fino alle 23 o alle 24, in base alle disposizioni regionali del tempo sul coprifuoco.
Ad esempio, secondo i primi conteggi della Fipe Confcommercio – che si basavano sul Dpcm di fine ottobre, e quindi sul coprifuoco e la chiusura delle attività alle 24 – il calo di incassi ammontava a 300 milioni di euro al mese a livello nazionale. Cifre riviste poi con l’ipotesi di coprifuoco e chiusura alle 23, fino ad arrivare ad un ammanco di 700 milioni su base mensile.
Ora, prendendo in considerazione questa cifra, poco più di 6 mesi di chiusure sarebbero costate finora 4,2 miliardi. Tuttavia, come anticipato, il bilancio è ben più pesante. I ristoranti non hanno dovuto rinunciare solo al secondo turno serale, ma all’intera fascia, e per altri esercizi commerciali – come ad esempio i pub – la chiusura alle 18 si è tradotta nella completa cessazione dell’attività. Senza dimenticare, poi, che queste regole non si applicavano alle zone rosse e (in parte) a quelle arancioni.
Per questo, alcuni osservatori stimano che il danno provocato dalla combinata coprifuoco alle 22-chiusure alle 18 possa aver scavallato la soglia di 2 miliardi al mese, portando i mancati introiti complessivi ad un minimo di 12 miliardi.
Si va verso il coprifuoco alle 23
Perdite, queste, che sono state alleggerite dalle riaperture di aprile, con il limite orario dell’operatività di molti esercizi commerciali che è stato spostato al fin qui invalicabile muro del coprifuoco, le 22. Ma per metà mese si attendono novità: l’unica misura a non essere stata sostanzialmente modificata dall’inizio della seconda ondata potrebbe essere rivista con nuovi limiti alle 23 o alle 24 (scenario meno probabile), in vista di un completo superamento a giugno.
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