Gli Stati vorrebbero ridurre il periodo di quarantena, ma l’Oms frena, anche perchè la curva epidemiologica in Europa è in forte risalita.
Alcuno Paesi stanno pensando o hanno già deciso di ridurre la quarantena per le persone positive al coronavirus. In Italia, si valuta la possibilità di portarla dai canonici 14 giorni a 10, ma il Comitato tecnico scientifico ha detto al ministro della Salute Roberto Speranza, di attendere cosa accade con le scuola appena riaperte e i casi in aumento da COVID-19. In Francia, la quarantena è stata ridotta a 7 giorni, una decisione anomala, chiaramente in controtendenza con un numero di contagi cresciuto in modo esponenziale nelle ultime due settimane.
Coronavirus: le ultime indicazioni dell’Oms
Se fino a poco tempo fa, l’Organizzazione mondiale della sanità stava prendendo in considerazione la possibilità di essere meno rigidi sulla durata di quarantena, il vertiginoso aumento nel mondo di persone positive al COVID-19 che si è verificato nelle prime due settimane di settembre, ha portato Catherine Smallwood dell’Oms, a comunicare che per quanto si conosce del periodo di incubazione e di contagiosità del virus ad oggi, è consigliata ancora una quarantena di 14 giorni.
La situazione coronavirus è molto grave in Europa
L’Organizzazione mondiale della sanità lancia un allarme: i casi positivi da coronavirus in Europa, sono addirittura peggiori di quelli registrati nel picco di marzo. Negli ultimi 15 giorni è stato registrato un aumento di oltre il 10% in metà degli Stati europei, in sette di questi sono più che raddoppiati.
Il direttore dell’Oms Europa Hans Kluge, nella conferenza stampa ha sottolineato come il minimo storico di casi positivi si sia registrato a giugno, effetto del lockdown e delle misure di restrizioni mantenute in parte, anche alla fine di esso. I dati di settembre, invece, sono molto negativi. Se è vero che tanti contagi si trovano anche grazie a un numero di tamponi nettamente più alto e ai test sierologici, è altrettanto palese che la curva epidemiologica è in netto aumento per via dei maggiori spostamenti delle persone, soprattutto all’estero, e per la riapertura di luoghi, anche al chiuso, che hanno favorito un notevole assembramento.
In Europa, i casi di Covid-19 sfiorano i 4.900.000 e i decessi oltre le 226.000 unità. Cresce il pericolo sanitario, ma anche l’impatto che il coronavirus ha avuto sulla qualità della vita delle persone, sia a livello mentale che economico. Kluge, fa notare che stanno tornando ad aumentare i casi di coronavirus tra le fasce di età più avanzate, 50-64 anni e 65-79 anni, anche se nella prima settimana di settembre, il numero più alto di positivi si è registrato tra i 25 e i 49 anni.
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