Quali sono i fattori che garantiscono un accesso prioritario alla cura per il coronavirus negli ospedali? Ecco chi ha la precedenza secondo il codice etico medico.
Chi ha la precedenza in ospedale durante la crisi sanitaria scatenata dal coronavirus?
In questi giorni la situazione negli ospedali e nelle terapie intensive si sta facendo sempre più critica e l’intero sistema sanitario è a un passo dal collasso. Si è dunque resa necessaria l’attuazione di un protocollo per garantire le cure a tutti i pazienti, ma nel caso in cui non ci sia spazio per tutti i malati il personale medico è obbligato a compiere una scelta su chi salvare.
La società scientifica degli anestesisti e rianimatori (Siaarti) ha pubblicato negli scorsi giorni delle raccomandazioni di natura etica clinica indirizzate a tutti i professionisti che durante l’emergenza sanitaria stanno operando nei reparti più sotto pressione.
In linea di massima sarà necessario dare la priorità a chi ha una “maggiore speranza di vita” e non seguire la l’accesso sulla base del “chi arriva prima, viene curato prima” così come accade quotidianamente anche all’interno di tutti i pronto soccorso.
Cura del coronavirus: chi ha la precedenza in ospedale
La dottoressa Flavia Petrini, presidente Siaarti, ha dichiarato che bisogna privilegiare chi è più giovane o comunque non ha patologie importanti: “Può rendersi necessario porre un limite di età all’ingresso in terapia intensiva”, ha aggiunto la dottoressa.
La presidente precisa inoltre che ogni caso deve essere discusso singolarmente e non è possibile dare la priorità solamente a dati demografici o clinici, ma è necessaria una valutazione complessiva del paziente. Di fondamentale importanza è anche il dialogo con la famiglia che deve essere messa a conoscenza di tutte le azioni che vengono intraprese.
Il vedemecum redatto dalla società scientifica degli anestesisti e rianimatori si è reso necessario di fronte alle condizioni critiche e disperate che i medici e tutto il personale sanitario stanno vivendo in questi giorni, soprattutto in Lombardia: “Già oggi devono decidere chi attaccare al ventilatore e chi no”, si specifica.
Minore priorità ai disabili, ecco dove
Ha creato molto scalpore la notizia trapelata sui media qualche giorno fa secondo cui gli Stati Uniti avrebbero deciso chi salvare dando minore priorità ai pazienti disabili a causa della scarsa disponibilità di posti letto nelle terapie intensive.
Il documento in realtà è stato travisato e con molta probabilità si riferisce ad un articolo pubblicato sul New England Journal of Medicine, all’interno del quale vengono dettati una serie di valori etici volti ad ottimizzare gli interventi medici in caso di assoluta scarsità di risorse.
Inoltre con il termine “disable” tradotto letteralmente con “disabile” in italiano ci si riferisce anche a tutti i pazienti affetti da patologie pregresse gravi, quali la fibrosi cistica.
© RIPRODUZIONE RISERVATA