Coronavirus: come sarà l’Italia (e il mondo) nei prossimi mesi e nel 2021

Flavia Provenzani

11/08/2020

Quali sviluppi aspettarsi dal COVID-19: nuovi lockdown, immunità permanente, lockdown intermittenti, vaccini efficaci? Ecco come sarà l’Italia e il mondo con il coronavirus nei prossimi mesi e anni.

Coronavirus: come sarà l’Italia (e il mondo) nei prossimi mesi e nel 2021

Impossibile non pensare al futuro. Come sarà l’Italia nei prossimi mesi e nel 2021? In che modo continuerà ad impattare il coronavirus nel mondo?

A cercare di dare una risposta è arrivata la nota rivista scientifica Nature, che specifica fin da subito: «Il coronavirus è qui per restare». Ecco cosa prevedono gli scienziati guardando ai mesi e agli anni venturi.

Come sarà l’Italia e il mondo con il coronavirus nei prossimi mesi

«Giugno 2021. Il mondo è in modalità pandemica da un anno e mezzo. Il virus continua a diffondersi lentamente; i lockdown intermittenti sono la nuova normalità. Un vaccino approvato offre sei mesi di protezione, ma l’accordo internazionale ha rallentato la sua distribuzione. Si stima che circa 250 milioni di persone siano state infettate in tutto il mondo e 1,75 milioni siano morte».

Inizia così l’approfondimento di Nature, con un incipit che ci porta ipoteticamente all’inizio dell’estate del prossimo anno.

Sono molte, però, le incognite legate al futuro della pandemia da COVID-19 che ostacolano il tentativo di previsione da parte degli epidemiologi. Una però sembra essere la certezza: il coronavirus è arrivato per rimanere. Gran parte dipenderà dalla possibilità che le persone sviluppino un’immunità duratura al virus, dalla possibile influenza dettata dalla stagionalità e dalla gestione della situazione da parte di governi e cittadini. «Molti posti si stanno sbloccando e molti no. Non sappiamo ancora cosa accadrà», afferma Rosalind Eggo, specializzata in modelli di malattie infettive presso la London School of Hygiene & Tropical Medicine (LSHTM).

Gli ultimi modelli previsionali a tema coronavirus e il successo derivante da alcuni lockdown suggeriscono che il cambiamento comportamentale ha la capacità di ridurre la diffusione di COVID-19 se la maggior parte delle persone, ma non necessariamente tutte, decide di conformarsi.

Se l’immunità al virus si rivelasse durare meno di un anno, proprio come succede per altre tipologie di coronavirus in circolazione, potrebbero esserci picchi annuali di contagi da COVID-19 fino al 2025 e oltre.

Nel futuro del coronavirus il comportamento delle persone sarà fondamentale

La pandemia da coronavirus ha cambiato conformazione di Paese in Paese. Ad esempio Nuova Zelanda, Ruanda ma anche Cina sono riusciti a raggiungere un tasso basso di nuovi casi a seguito di lockdown di varia durata. Negli Stati Uniti e in Brasile, invece, il tasso di crescita della curva epidemiologica è allarmante, principalmente a causa della rimozione precoce del lockdown e della sua totale assenza a livello nazionale.

Ma ecco una buona notizia: si è potuto osservare come, alla fine del lockdown, le persone abbiano mantenuto un comportamento idoneo alla situazione, indossando le mascherine e lavandosi spesso le mani, contribuendo così a ridurre il numero di nuovi contagi.

Presso l’Università Anhembi Morumbi di San Paolo, in Brasile, il biologo computazionale Osmar Pinto Neto e alrtri colleghi hanno eseguito più di 250.000 modelli matematici di strategie di distanziamento sociale descritte come costanti, intermittenti o "dimissionarie’’ (con restrizioni ridotte gradualmente) - incrociate con gli interventi comportamentali come l’uso della mascherina e il lavaggio frequente delle mani.

Il team di esperti ha concluso che se il 50-65% delle persone è cauto in pubblico, ridurre le misure di allontanamento sociale ogni 80 giorni potrebbe aiutare a prevenire ulteriori picchi di infezione nei prossimi due anni. «Avremo bisogno di cambiare la cultura di come interagiamo con le altre persone», afferma Neto.

Nel complesso, è certamente una buona notizia il fatto che, anche senza test o un vaccino, i comportamenti possono fare una differenza significativa nella trasmissione della malattia.

Cosa ne sarà del COVID-19 nel 2021 e oltre?

L’andamento della pandemia il prossimo anno dipenderà in gran parte dall’arrivo di un vaccino, da quanto tempo il sistema immunitario rimarrà protetto dopo la vaccinazione e dalle tempistiche di recupero dall’infezione.

Molti vaccini forniscono protezione per decine di anni, come quelli contro il morbillo o la poliomielite, mentre altri, tra cui quelli per la pertosse e l’influenza, vedono svanire la loro efficacia nel tempo. Stesso meccanismo vale per le infezioni virali: alcune richiedono un’immunità duratura, altre una risposta più transitoria. «L’incidenza totale di SARS-CoV-2 fino al 2025 dipenderà in modo cruciale dalla durata dell’immunità», scrivono Yonatan Grad, l’epidemiologo dell’Harvard Marc Lipsitch, e i suoi colleghi in un documento datato lo scorso maggio che esplora i possibili scenari.

Un’altra possibilità è che l’immunità alla SARS-CoV-2 sia permanente. In tal caso, anche senza un vaccino, è possibile che il virus possa scomparire entro il 2021. Tuttavia, se l’immunità fosse transitoria, ad esempio di circa due anni, potrebbe sembrare che il virus sia scomparso, ma potrebbe tornare nel 2024, ha scoperto il team di Harvard.

Tale previsione, tuttavia, non tiene conto dello sviluppo di vaccini efficaci. Risulta improbabile che un vaccino non arrivi mai, dato l’enorme sforzo e i soldi spesi, e considerando che alcune realtà sono già in fase di test sugli esseri umani.

Fonte: Nature

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