In Europa scoppierà il revenge spending, o la spesa di vendetta, dopo la crisi da coronavirus? Ecco cosa sta succedendo in Cina.
La pandemia di COVID-19 sta devastando le economie della maggior parte dei paesi europei e del mondo. I negozi sono chiusi e le aziende sono entrate in una fase di austerità e isolamento; gli acquisti di beni non strettamente essenziali sono bloccati, le spedizioni online pure. Per i marchi questo è il peggior momento per vendere prodotti o lavorare su strategie commerciali sia online che offline.
In Cina, dove la vita sta tornando pian piano alla normalità e la gente inizia a uscire di nuovo, si sta assistendo al fenomeno del revenge spending, e gli studiosi pensano che anche in Europa ci sarà un boom della spesa di vendetta. Il revenge spending sarà un’ancora di salvezza per i consumi?
Coronavirus: cosa è il revenge spending
Man mano che sempre più persone escono e tornano alla vita normale, emerge un termine spesso discusso dai media: revenge spending, o spesa di vendetta. Questo termine descrive il modo in cui i consumatori vorranno spendere una volta usciti dalla quarantena, per compensare il periodo di lockdown facendo più acquisti del normale.
In Cina questo sta già succedendo. I settori più interessanti dal revenge spending saranno lusso, moda e viaggi.
In concomitanza con il boom di revenge spending, tuttavia, una ricerca dei consumatori sui ricchi in Cina ha mostrato un aumento dello shopping consapevole. Secondo un report della società di consulenza globale Ruder Finn, l’82% dei consumatori intervistati a metà marzo con reddito familiare alto pensa che il virus abbia avuto un impatto negativo sull’economia cinese. Dopo la fine della pandemia la maggior parte delle persone di età compresa tra 36 e 45 anni progetta di ridurre la spesa nei settori di gioielleria e bellezza, ma si è detta più disponibile a spendere in viaggi, alta cucina e pellame di alta qualità.
Quando finirà la crisi scoppierà la spesa di vendetta?
“La spesa per vendetta non diventerà un fenomeno tradizionale”, ha affermato Gao Ming, Senior Vice President e Managing Director di Ruder Finn Group. “Alcuni tipi di beni di lusso possono sperimentare un fermento della domanda dei consumatori. Tuttavia, i marchi stanno affrontando una sfida più grande rappresentata dalla riduzione della spesa e dovrebbero imparare a costruire relazioni con i consumatori nell’era post-virus”.
Tra aumento del tasso di disoccupazione e nascita di un esercito di nuovi poveri, infatti, i brand dovranno considerare un crollo dei consumi e non potranno fare affidamento soltanto sulla spesa per vendetta per crescere.
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