Covid, Italia è zona grigio scuro nella nuova mappa europea: cosa significa

Mario D’Angelo

08/04/2021

L’Italia è stata inserita in zona grigio scuro nella nuova mappa dell’Ecdc sull’andamento della pandemia in Europa. Ecco cosa significa.

Covid, Italia è zona grigio scuro nella nuova mappa europea: cosa significa

L’Italia è la zona grigio scuro d’Europa. L’Ecdc, il centro europeo per il controllo delle malattie, ha aggiornato la mappa sul rischio Covid dei vari Stati membri. Da uno sguardo alla cartina, salta subito all’occhio come il Belpaese sia l’unico insieme ai Paesi Bassi a non essere colorato, rimanendo invece di un misterioso grigio scuro.

Il motivo? Secondo la legenda presente sulla mappa stessa, il motivo della colorazione è che mancano i dati. Ma com’è possibile?

Italia zona grigio scuro: cosa significa

Stavolta, per l’Europa l’Italia non è né rossa né rosso scuro, grigio scuro. Non ci sono abbastanza dati sui nuovi positivi. Ricevono questo colore tutti i Paesi europei che fanno troppi pochi tamponi, ovvero dove il tasso dei test è inferiore a 300 per 100mila abitanti.

“Non abbastanza dati” non significa che non ci siano dati. Anzi, il colore dell’Italia sulla mappa del CDC comunica immediatamente qualcosa: qui si fanno pochi tamponi e, pertanto, non abbiamo abbastanza informazioni per prevedere cosa succederà nel futuro prossimo.

Eppure il presidente del Consiglio Mario Draghi, in conferenza stampa, si è detto fiducioso e ha detto che le prossime settimane saranno di aperture e non di chiusure.

La scorsa settimana, nella cartina europea, erano in rosso scuro Emilia Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, PA di Trento e Valle d’Aosta, con la Sardegna ad essere l’unica in arancione.

Per quanto riguarda l’Europa, nell’aggiornamento di questa settimana ci sono soltanto poche macchie gialle costituite da alcune parti della Spagna, il Portogallo, Islanda, Irlanda, Norvegia e Finlandia.

Crollo dei tamponi a Pasqua, l’allarme di Gimbe

Proprio nella giornata dell’8 aprile la Fondazione Gimbe ha lanciato l’allarme sul crollo dei tamponi nella settimana che va dal 31 marzo al 6 aprile. Pertanto, la riduzione dei nuovi casi (-11,1%) sarebbe sovrastimata.

Il calo dei nuovi positivi, sarebbe anzi in parte direttamente legato alla riduzione dell’attività di testing.

In particolare, ci sono state 128.141 persone testate in meno rispetto alla settimana precedente e 304.499 in meno rispetto a quella ancora prima.

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