Il Covid-19 rappresenta un filtro di selezione darwiniana di un sistema industriale che premierà le aziende in grado adattarsi al processo di innovazione.
Il “Covid-19 rappresenta uno shock in cui si creerà una frattura ancora più netta tra la maggioranza delle imprese silenti che non cambiano e una minoranza estremamente qualificata che fa dell’innovazione e della conoscenza in tutti quegli asset intangibili che oggi diventano sempre più rilevanti, il mantra”. È questo il punto di vista di Giuliano Noci, School of management politecnico di Milano e prorettore del Polo territoriale cinese del politecnico di Milano.
La pandemia di coronavirus infatti, insieme alla crisi economica del 2008, è stata “un filtro di selezione darwiniana di un sistema industriale che sempre più deve premiare competenza tecnica, capacità di gestione e visione di lungo periodo”. In sostanza dunque, solamente le imprese che sapranno adattarsi al processo di innovazione potranno emergere con successo dalla forte crisi in atto.
Il Covid creerà una frattura tra le imprese
Nel nostro Paese la pandemia di Covid-19 ha reso necessaria una trasformazione digitale programmata a 5/10 anni a seconda dei settori di riferimento, “ora in relazione a questa importante trasformazione diventa la prima priorità”. Molte aziende hanno quindi “immediatamente commutato i loro piano, portando ad un anno il piano di trasformazione. Riguarda proprio l’utilizzo delle tecnologie al punto vendita, sul web site nel Contact center per cercare di offrire un esperienza che sia la più utile e la più personalizzata possibile”.
L’Italia infatti si è trovata davanti non solo un’emergenza sanitaria, ma una situazione che ha imposto dei profondi cambianti “nella società e nei sistemi delle imprese”.
Le aziende italiane, e quelle dei principali Paesi manifatturieri “devono traguardare una prospettiva nuova: dalle tecnologie tangibili a tutto quello che è una tecnologia di asset intangibili”. Al momento infatti, l’Italia, che “è un paese di straordinaria eccellenza tecnico produttiva ha avuto fino ad oggi una minor capacità manageriale, ma questa in verità è la sfida dell’Italia”, conclude Noci.
Il boom dell’e-commerce
Soprattutto durante il primo lockdown del 2020, “gli italiani hanno improvvisamente scoperto l’e-commerce”, spiega Noci, precisando che “il valore dell’e-commerce in Italia era ancora relativamente basso rispetto ad altri paesi europei. Nelle settimane immediatamente successive è cresciuto addirittura del 160% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Gli italiani hanno scoperto l’opportunità di avere una tecnologia che si avvicina alle esigenze della persona e che adesso è diventata un abitudine strutturale”.
In collaborazione con Cinitalia
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