Covid, la pandemia continuerà nel 2022: lo dice il CEO di Pfizer

Antonio Cosenza

25 Aprile 2021 - 08:10

La pandemia ci sarà anche nel 2022: lo dice l’amministratore delegato di Pfizer, Alber Bourla, annunciando novità sul vaccino.

Covid, la pandemia continuerà nel 2022: lo dice il CEO di Pfizer

Quanto durerà la pandemia è la domanda che tutti si pongono ma a cui nessuno sa dare una risposta certa. L’unica possibilità per combattere la diffusione del virus sembra essere il vaccino: eppure chi il vaccino lo produce non si dice così ottimista sul futuro.

Alber Bourla, presidente e amministratore delegato di Pfizer, l’azienda che insieme a BioNTech ha realizzato quello che ad oggi è il vaccino più richiesto, ritiene infatti che il Covid-19 ci sarà anche per buona parte del 2022, più o meno come è già stato nel 2020 e 2021. Dopodiché ci sarà anche negli anni avvenire, ma in forma più lieve.

Una previsione che Bourla ha fatto davanti all’assemblea annuale degli azionisti il 22 aprile scorso, rispondendo a coloro che erano desiderosi di capire se l’investimento sui vaccini avrà ancora senso tra tre o cinque anni.

Covid, pandemia anche nel 2022: la previsione del CEO di Pfizer

Ovviamente tutti speriamo che una volta arrivati all’immunità di gregge grazie alla campagna di vaccinazione, il Covid-19 potrà essere ormai sotto controllo. Vogliamo essere fiduciosi e non allarmisti, ma la previsione fatta da Alber Bourla merita di essere raccontata, se non altro per l’autorevolezza della fonte visto che si tratta di colui che amministra una delle aziende in prima linea nella produzione dei vaccini.

Bourla ha dichiarato che la pandemia resisterà anche nel 2022, ma con un’intensità differente nelle varie aree del mondo. Nel dettaglio, questo - rispondendo agli azionisti che chiedevano di aumentare il prezzo del vaccino così da poter avere più margine di guadagno - ha spiegato che non ci sarà alcuna variazione, né per adesso né per il prossimo anno. Questo perché “il 2022 sarà ancora un anno di pandemia” e dunque il prezzo del vaccino per il COVID-19 continuerà ad essere calmierato.

Il fatto che il virus continuerà a circolare in maniera aggressiva, almeno secondo quelle che sono le previsioni in mano alla Pfizer, è dimostrato anche dai piani di produzione dell’azienda. Questa, infatti, per il 2021 conta di arrivare a produrre 2,5 miliardi di dosi, mentre per il prossimo anno l’asticella si alzerà a 3 miliardi. Per il momento, però, nessuna variazione di prezzo: quando poi le esigenze pandemiche finiranno allora questo potrà aumentare (a svantaggio di quei Paesi meno ricchi).

Insomma, anche nel 2022 continuerà a servire il vaccino, anche perché nel frattempo ci saranno le varianti da considerare.

Covid: servirà vaccinarsi contro le varianti

E proprio contro le varianti potrebbe presto arrivare una terza dose del vaccino Pfizer. Lo hanno dichiarato qualche giorno fa al network tv Usa Cnbc sia Bourla che la co-fondatrice di BioNTech, la dottoressa Ozlem Tureci, annunciando una terza dose del vaccino per proteggere meglio dalle varianti del virus. Tant’è che David Kessler, capo del comitato scientifico della Casa Bianca, davanti la commissione speciale del Congresso ha chiesto di “acquisire la terza dose del vaccino come se la dovessimo fare”, poiché da recenti studi vi è evidenza di una diminuzione della risposta anticorpale ai vaccini, proprio a causa delle varianti.

Ed è per contrastare la diffusione delle varianti che “le persone dovranno vaccinarsi contro il coronavirus ogni anno, come per l’influenza stagionale”.

Il Ceo di Pfizer ha poi spiegato che non è chiara qual è la copertura offerta dalle prime due somministrazioni del vaccino: al momento sembra certa un’alta efficacia ancora dopo sei mesi, ma dopodiché vi è una leggera riduzione tanto che - e questo Bourla l’ha detto pubblicamente - “ci sarà bisogno di un richiamo e e di rivaccinazioni annuali o comunque periodiche negli anni successivi”.

Il tutto per guadagni elevati: ad oggi, infatti, il vaccino contro il Covid ha portato nelle casse della Pfizer un fatturato di 15 miliardi di euro, cifra destinata a crescere se effettivamente la suddetta previsione dovesse concretizzarsi e la pandemia continuerà con gli stessi ritmi di 2020 e 2021 anche il prossimo anno.

Previsioni che ci dicono che non ci libereremo del virus ancora per qualche mese (o anno); bisogna organizzarsi, quindi, su come convivere con il rischio contagio perché le soluzioni adottate in quest’ultimo anno - con la chiusura delle varie attività - sembrano non essere più ripetibili visto l’impatto che ciò ha avuto sull’economia. E il fatto che il premier Draghi parli di “rischio ragionato” lo conferma.

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