Covid: i decessi sono più di quelli registrati? I dati sulle pensioni lo confermano

Antonio Cosenza

03/02/2021

Pensioni: nel 2020 sono stati cancellati per decesso sono 862.838, il 16% in più rispetto l’anno precedente.

Covid: i decessi sono più di quelli registrati? I dati sulle pensioni lo confermano

Tra le conseguenze del Covid sulle pensioni c’è anche quella che porta ad una riduzione del numero degli assegni previdenziali erogati dall’Istituto. Una delle conseguenze più ovvie della pandemia: l’aumento del tasso di mortalità tra le persone in età da pensione, infatti, ha inevitabilmente avuto un impatto sugli assegni previdenziali.

Lo conferma Il Sole 24 Ore, il quale in queste ore ha pubblicato i dati - ancora provvisori - riguardanti il numero delle prestazioni erogate nel 2020, mettendo in risalto le differenze rispetto all’anno precedente.

Abbiamo già affrontato il problema di come l’importo medio delle pensioni nel 2020 sia calato di circa 50,00€ mensili; ma c’è un altro aspetto che fa riflettere, ossia come la pandemia sia andata anche a ridurre il numero dei percettori di una pensione.

Un’informazione che ci aiuta anche a capire l’impatto del Covid sulla popolazione italiana: anche se i dati ufficiali sulla mortalità nel 2020 devono essere ancora ufficializzati (non arriveranno prima di marzo), quanto successo sul fronte pensioni ci dà comunque una chiara indicazione a riguardo.

Pensioni in calo causa decessi da Covid

Sono 89.344 i decessi da Covid in Italia: di questi la grande maggioranza è rappresentata da coloro che sono in età avanzata, molti dei quali, appunto, erano percettori di una pensione.

I dati reali della pandemia, però, potrebbero essere ben più elevati: per capire quanto effettivamente il Covid abbia influito sul tasso di mortalità, infatti, bisognerà attendere le statistiche ufficiali che l’ISTAT non pubblicherà prima di marzo 2021.

Tuttavia, già i dati sulle pensioni ci dicono che l’impatto del Covid potrebbe essere stato ben più elevato. I dati amministrativi resi noti dall’INPS, infatti, ci dicono che la differenza tra le pensioni perse causa decesso nel 2019 e quelle nel 2020, è ben più netta di quanto si pensasse.

Nel dettaglio, nel 2019 erano state 741.141 le pensioni cancellate per decesso, mentre nel 2020 queste sono state 862.838. C’è stato, quindi, un 16,1% in più di prestazioni perse causa morte, 121.697 in più rispetto all’anno prima. Tant’è che nell’anno del Covid le cancellazioni hanno superato le nuove pensioni entrate in decorrenza di circa 67 mila unità.

Eppure i decessi da Covid sono poco meno di 90 mila e neppure tutti riferiscono a persone titolari di una pensione. Questo significa che, sempre se i dati verranno confermati, l’impatto demografico della pandemia potrebbe essere stato ben più elevato rispetto ai dati ufficiali che emergono dal bollettino.

Va detto, comunque, che oltre il 30% dei pensionati cumula più di una pensione: questo significa che il numero delle pensioni perse è superiore effettivamente a quello dei titolari deceduti. Al netto di questa considerazione, ne risulta comunque che i dati INPS sulle pensioni possano confermare quanto gli esperti ritengono da tempo, ossia che i decessi causati dal Covid potrebbero essere più di quelli registrati.

D’altronde, già alcuni report pubblicati dall’Istat e dall’ISS nei mesi scorsi confermano questa teoria. Ad esempio, quando nei mesi di marzo e aprile le morti in eccesso - rispetto alla media registrata negli stessi mesi nel periodo 2016/2019 - hanno superato in Italia il 40%, le pensioni che sono state cancellate per decesso sono state il 42,5% in più a marzo e il 35,4% in più ad aprile. Insomma, in linea con i dati Istat, a conferma che c’è una correlazione tra le due informazioni.

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