La nuova mutazione del Covid-19 scoperta dai ricercatori dell’Università di Milano potrebbe avere conseguenze sulla diffusione del virus, ma non ridurrebbe l’efficacia dei vaccini. Ecco cosa sappiamo.
Un gruppo di ricercatori dell’Università di Milano ha scoperto una nuova mutazione del Covid-19 che potrebbe diffondersi più rapidamente tra la popolazione. L’allarme varianti è ormai alto in tutta Italia, soprattutto in Umbria, Abruzzo e Marche, dove le varianti inglese e brasiliana costituiscono la maggior parte dei casi di Covid registrati giornalmente.
La mutazione del virus scoperta a Milano, mostrano i risultati della ricerca pubblicati sulla rivista Emerging Microbes & Infections, è diversa dalle altre varianti note. La mutazione non avviene infatti all’interno della proteina Spike, ma è presente nel gene codificante per la proteina ORF-6.
Cosa significa questo per i rischi di contagio e l’effetto dei vaccini? Ecco cosa hanno scoperto i ricercatori.
Covid, nuova mutazione scoperta a Milano
I ricercatori del laboratorio di Virologia dell’Università Statale di Milano, coordinati da Pasquale Ferrante, Serena Delbue e Elena Pariani, in collaborazione con l’Istituto clinico di Città Studi, hanno scoperto una nuova mutazione del Covid-19. A differenza delle varianti inglese, sudafricana e brasiliana, però, questa mutazione non avverrebbe a livello della proteina Spike, ma invece sulla proteina ORF-6.
Mentre la proteina Spike è la parte più esterna del virus, che funge da recettore e da target del sistema immunitario; la proteina ORF-6, invece, è molto piccola e “ ha una funzione regolatoria nel virus, cioè non crea la sua struttura, ma agisce sulla sua patogenesi, cioè sul modo in cui il virus causa la malattia nell’organismo ospite”, come ha spiegato Serena Delbue all’Ansa.
Questa proteina, inoltre, è tronca, in quanto formata da 6 amminoacidi in meno. “Già sul virus della Sars si era visto che questo particolare interagiva con il sistema immunitario, ma non sulla produzione di anticorpi. È quindi probabile che accada lo stesso per il Sars-Cov-2, anche se non sappiamo ancora se in bene o in male”.
La nuova mutazione è più contagiosa?
Quello che appare ancora dubbio è se la nuova variante sia più contagiosa o meno rispetto alle altre. Durante il processo di replica del virus, infatti, la proteina ORF-6 modula la risposta immunitaria dell’organismo ospite attraverso l’interazione con la produzione degli interferoni.
“Questa mutazione - hanno spiegato i ricercatori - potrebbe o favorire la diffusione del virus nell’organismo ospite, o invece renderlo meno pericoloso. Questo dobbiamo ancora capirlo ”.
Nuova mutazione, quali sono gli effetti sui vaccini?
I ricercatori sono quasi certi che la nuova mutazione del coronavirus non andrebbe a impattare sull’efficacia dei vaccini.
“Abbiamo dimostrato però – ha concluso Delbue – che in questo virus ci sono altre proteine importanti, oltre alla Spike. Ciò indica l’importanza di monitorare tutte le mutazioni che Sars-Cov-2 accumula, anche quelle che coinvolgono le regioni regolatorie, ad oggi meno studiate, ma che costituiscono più della metà del genoma virale”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA