Criptovalute: come prepararsi alle nuove regole nel 2022

Gabriele Stentella

02/01/2022

Nel 2022 potrebbero arrivare diverse novità sul fronte della regolamentazione per le criptovalute. Ecco 4 consigli utili per prepararsi all’eventualità.

Criptovalute: come prepararsi alle nuove regole nel 2022

Con molta probabilità nel corso del 2022 i principali governi mondiali definiranno una regolamentazione dedicata alle criptovalute, fattore che può favorirne l’adozione da parte delle istituzioni e delle società, che vedrebbero tutelati i propri investimenti nei crypto asset più noti. Le leggi sulle crypto possono aprire la strada anche alla possibilità di pagare le tasse in token digitali o ricevere lo stipendio in criptovaluta, operazioni che al momento presentano troppi rischi e incertezze.

Nei prossimi mesi le regole sulle crypto potrebbero quindi trovare una soluzione a diverse zone d’ombra, tuttavia un cambiamento di tali dimensioni può prendere alla sprovvista molti possessori di criptovalute. Nulla di cui preoccuparsi eccessivamente: ecco una serie di raccomandazioni per non farsi trovare impreparati dinnanzi all’avvento di alcune regolamentazioni su Bitcoin e le altre valute virtuali.

1. Tenere traccia delle transazioni

Nel 2022 in molte nazioni potrebbe divenire obbligatorio comunicare nella dichiarazione dei redditi il contenuto dei propri wallet digitali. Negli USA, per esempio, chi investe in criptovalute è già tenuto a dichiarare al fisco le transazioni imponibili eseguite in Bitcoin, Ethereum, Dogecoin o altre valute digitali, e non si esclude che provvedimenti simili possano essere adottati anche in Europa. Per non farsi trovare impreparati, è bene incominciare da subito a tenere traccia dei movimenti dei propri portafogli digitali, soprattutto se si sono registrate grandi plusvalenze in seguito a operazioni di trading.

2. Usare software per il monitoraggio

Se si possiedono numerosi wallet e non si ha tempo per monitorare di persona ogni transazione eseguita, l’utilizzo di un software per il monitoraggio di un crypto wallet è la soluzione migliore. In commercio sono reperibili molti strumenti che consentono di memorizzare guadagni, perdite e transazioni eseguite, in modo tale da mettere l’investitore in condizione di presentare al fisco una documentazione completa. Alcuni software per il monitoraggio possono rivelarsi ottimi anche per eseguire analisi finalizzate al trading di lungo periodo, motivo per il quale non è da sottovalutarne l’impiego.

3. Richiedere assistenza fiscale

Come per le normali dichiarazioni dei redditi, non è da trascurare l’ipotesi di richiedere la consulenza di un professionista anche per quanto riguarda la dichiarazione dei redditi in criptovalute. L’assistenza fiscale permette di avere le idee più chiare qualora dovessero esserci dei dubbi riguardo l’ammontare dell’imposta da pagare sulle plusvalenze in criptovaluta, ma un consulente adeguatamente formato può aiutare anche a rendere più semplici alcune procedure burocratiche.

4. Conoscere bene la normativa vigente

Come si dice spesso, la legge non ammette ignoranza. Nei prossimi anni le leggi sulle criptovalute potrebbero essere soggette a costanti modifiche, ragione per cui è essenziale mantenersi sempre aggiornati sull’evoluzione della normativa di riferimento. Il monitoraggio delle regolamentazioni può essere utile anche a fini di trading, dato che l’adozione di provvedimenti specifici può favorire le oscillazioni di determinati crypto asset. Nel 2021, ad esempio, i divieti cinesi sul mining e sulla compravendita di token digitali per i residenti in Cina hanno influenzato l’andamento di Bitcoin e dell’intero mercato delle criptovalute. In conclusione, è raccomandato informarsi sulle regolamentazioni in tema crypto al fine di evitare sanzioni e prevedere i movimenti del mercato.

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