Scema l’interesse degli investitori verso le criptovalute dopo la stretta della Cina su Bitcoin&Co. I dati di CryptoCompare.
Che non fosse un periodo particolarmente favorevole alle criptovalute era già noto. Ma quello che mostrano i numeri snocciolati da CryptoCompare sui volumi di trading nel mese di giugno è più un crollo che una fisiologica correzione: in questo primo scorcio dell’estate, infatti, gli scambi sui principali exchange - Coinbase, Kraken, Binance e Bitstamp – si sono ridotti del 40%, con CryptoCompare che vede nel pullback delle quotazioni e nella volatilità più contenuta alcuni dei fattori chiave dietro al tonfo dell’interesse degli investitori.
Criptovalute in stallo, a giugno crollano i volumi di trading
Chiari di luna sui prezzi che sono a loro volta ascrivibili alla stretta della Cina sulle divise digitali. Pechino, che già nel 2013 e poi nel 2017 aveva iniziato a stringere le maglie attorno all’industria criptovalutaria, ha cambiato passo nel mese di maggio, con la purga delle mining farm e lo stop ai servizi in criptovaluta ordinato dalla Pboc per le banche del Paese e per i sistemi di pagamento elettronici.
“La repressione cinese ha generato molta paura, il che è visibile sul mercato”, ha commentato il chief investment officer di Pervalle Global Teddy Vallee. “L’ecosistema degli asset digitali”, ha aggiunto Vallee, “ha preso un pugno sul volto, ed è attualmente costretto sulle corde del ring. Solitamente quando ci sono dei sell-off di ampia portata gli investitori si preoccupano e ritirano le loro chip”.
Ma non è solo la Cina ad aver frenato la grande corsa di Bitcoin&Co. La narrativa ESG sta infatti diventando progressivamente predominante, e il meccanismo proof-of-consensus del Bitcoin appare incompatibile con gli obiettivi di neutralità rispetto al clima che le principali potenze economiche – dalla Cina all’Unione europea – hanno già fissato. Si attendono, però, dei dati più attendibili circa l’effettivo impatto delle criptovalute sull’ambiente.
I volumi di trading più alti rispetto ad un anno fa
In ogni caso, i numeri - sebbene rilevino un trend negativo evidente - vanno interpretati. I volumi di trading nel mese di giugno sono infatti “più alti rispetto ad un anno fa”, come sottolineato dalla research lead di Kaiko Clara Medalie. E giugno, ha aggiunto Medalie, si attesta comunque “tra i primi cinque mesi (nella storia delle criptovalute, ndr) per volumi registrati. Il crollo c’è stato, ma il paragone con maggio è ingiusto perché in quel mese i volumi hanno toccato livelli record a causa di liquidazioni senza precedenti”.
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