Le crisi bancarie divampate nel corso del 2016 hanno mandato in fumo 15,6 miliardi di risparmi. A denunciarlo è la Codacons, all’interno di un report sui recenti crac finanziari che hanno investito il nostro Paese.
Le crisi bancarie divampate nel corso del 2016 hanno mandato in fumo 15,6 miliardi di risparmi. A denunciarlo è la Codacons, all’interno di un report sui recenti crac finanziari che hanno investito il nostro Paese.
L’associazione dei consumatori rileva che ben 218.996 piccoli investitori sono stati coinvolti dalle crisi bancarie che hanno visto protagoniste i due istituti veneti controllati dal fondo Atlante (Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza) e le quattro good bank nate dal salvataggio di Carife, Carichieti, Banca Marche e Banca Etruria.
Stando ai dati forniti dalla Codacons, nelle azioni e nelle obbligazioni di questi istituti di credito sono stati investiti 15.681 milioni di euro. Soldi che a detta dell’associazione sono stati “letteralmente bruciati, con una perdita media pari a 71.604 euro a risparmiatore”.
Tenendo conto invece del periodo 2001-2016 i crac finanziari che si sono succeduti sia in Italia che all’estero hanno “trascinato nel baratro oltre 1,2 milioni di italiani”: nel complesso questi risparmiatori hanno visto polverizzarsi circa 44 miliardi investiti in azioni, obbligazioni e titoli vari con una perdita media di 35.154 euro a risparmiatore.
Crisi bancarie: il fronte Mps
Un altro fronte caldo del risparmio si aprirà presto con il salvataggio pubblico di Mps. Fallito il piano per l’aumento privato, il Tesoro nazionalizzerà l’istituto senese attraverso una ricapitalizzazione precauzionale che in primo luogo richiede la conversione forzosa in azioni di circa 4,2 miliardi di bond subordinati, di cui 2 miliardi in mano a 40mila obbligazionisti retail.
Lo scorso 23 dicembre il governo Gentiloni ha varato un decreto per tutelare il risparmio e mettere al sicuro le banche a rischio, con una dotazione di 20 miliardi di euro.
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