Cristiano Ronaldo al PSG o al City? Perché l’addio alla Juve è possibile

Alessandro Cipolla

25 Agosto 2021 - 13:17

Cristiano Ronaldo infiamma il calciomercato: ecco perché il PSG e il Manchester City hanno la forza economica per strappare alla Juventus il campione portoghese.

Cristiano Ronaldo al PSG o al City? Perché l’addio alla Juve è possibile

Cristiano Ronaldo può lasciare la Juventus, complice un clamoroso effetto domino che potrebbe infiammare questi ultimi giorni di calciomercato. Le possibili destinazioni? PSG o Manchester City ca va sans dire.

Paradossalmente il destino di CR7 appare essere legato a quello di altri due fuoriclasse: Kylian Mbappé ed Henry Kane, entrambi con le valigie in mano nonostante le resistenze dei rispettivi club di appartenenza.

Una sorta di intrigo con più attori in campo, tra cui anche Jorge Mendes il potente procuratore portoghese agente di Cristiano Ronaldo che, stando agli immancabili rumors, da tempo starebbe bussando a diverse porte per cercare una nuova sistemazione al suo assistito.

Cristiano Ronaldo lascerà allora la Juventus? Possibile, anche perché la dirigenza dei bianconeri probabilmente non si straccerebbe le vesti in caso di una cessione.

Per portare a termine queste operazioni legate tra di loro servono però tanti soldi che, nonostante la crisi dovuta dalla pandemia che ha investito inevitabilmente anche il mondo del pallone, non sembrerebbero di certo mancare alle ricche proprietà di PSG e City.

Cristiano Ronaldo e l’addio alla Juve

Quando si parla del possibile addio di Cristiano Ronaldo alla Juventus si deve partire da due presupposti: la tanto chiacchierata volontà del giocatore di lasciare Torino e quella della società di liberarsi dell’esoso ingaggio del portoghese.

CR7 al momento è legato ai bianconeri da un contratto fino al 30 giugno 2022 per uno stipendio da 30 milioni netti a stagione, che al lordo diventano 60 milioni per le casse della Vecchia Signora.

In questo periodo di difficoltà, la Juventus così si potrebbe “accontentare” di circa 30 milioni per lasciare andare il più volte Pallone d’Oro, una cifra che gli permetterebbe di non iscrivere una minusvalenza a bilancio.

Se il costo del cartellino non appare così esorbitante, resta lo scoglio dell’ingaggio. Al momento solo due club in Europa potrebbero garantire lo stesso stipendio a Cristiano Ronaldo: il PSG e il Manchester City.

PSG o City?

Considerando le trentasei primavere sul groppone, appare possibile che CR7 possa abbassare un po’ le sue pretese, ma l’investimento a prescindere sarebbe fuori portata per tutte quelle società che non hanno uno sceicco come presidente.

L’unico club che avrebbe la forza per fare un’offerta al portoghese è il Real Madrid, che in questa sessione di calciomercato finora ha speso zero euro. I Blancos però appaiono intenzionati a fare all in su Kylian Mbappé, che da tempo ha fatto intendere di non volere rinnovare il suo contratto che scade nel 2022.

I parigini al momento hanno rifiutato un’offerta monstre da 160 milioni, ma il sentore è che alla fine il muro dei francesi possa cedere. Una volta incassato il cash dal Real, il PSG così avrebbe la possibilità di far scendere in campo con la stessa maglia Messi e Cristiano Ronaldo.

Questa al momento rimane la soluzione più probabile dell’intrigo-CR7, ma non manca anche una seconda opzione rappresentata dal Manchester City. Gli inglesi questa estate hanno già sborsato 117 milioni per acquistare dall’Aston Villa Jack Grealish, ma il portafoglio dei Citizen non si sarebbe esaurito.

Da tempo i media d’Oltremanica parlano di una corte serrata da parte di Pep Guardiola a Henry Kane, con il City che sarebbe pronto a un’offerta da 145 milioni ma il Tottenham, al momento, non appare intenzionato a cedere il proprio centravanti.

Se la trattativa per Kane dovesse arenarsi, ecco che il City potrebbe di conseguenza virare su Cristiano Ronaldo, con la ricca Premier che sarebbe la destinazione preferita nei pensieri di Jorge Mendes.

Un giro vorticoso di soldi e di campioni, che poco si concilia con l’aria di crisi generale che si respira nel mondo del pallone: con il Fair Play Finanziario ormai indebolito e prossimo a una profonda revisione, il calcio ormai è destinato a diventare sempre più una roba da ricchi, o meglio, una roba da sceicchi.

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