Per Banca Akros, l’introduzione dei dazi al 5% sui beni importati dal Messico potrebbe avere un impatto limitato su Tenaris.
Donald Trump non si ferma. Dopo Cina ed Europa, la guerra commerciale intrapresa dal presidente americano potrebbe allargarsi. Ma quali sarebbero gli effetti dell’introduzione di nuovi dazi sui beni importati dal Messico per società nostrane come Tenaris?
La risposta ha provato a darla Banca Akros che ha analizzato conti e produzione della quotata italiana. Intanto stamattina, il titolo Tenaris ha aperto la prima seduta della settimana in positivo e al momento della scrittura le azioni scambiano a 10,63 euro in rialzo dello 0,71%.
Effetto dazi Messico su Tenaris
Rispetto alla politica protezionistica attuata da Trump nei confronti della Cina, la nuova guerra commerciale innescata contro il Messico potrebbe avere ripercussioni meno pesanti sui mercati globali, che già però hanno mostrato una certa sofferenza in occasione dell’annuncio dei nuovi dazi.
Il presidente degli Stati Uniti ha deciso di ricorrere all’introduzione di tariffe sui beni importati dal Messico per una questione di sicurezza nazionale: vuole fermare così l’ingresso incontrollato e illegale di immigrati dal Paese.
Se il governo messicano non agirà per arginare il fenomeno dell’immigrazione clandestina verso gli Usa, le tariffe potrebbero aumentare gradualmente dal 5% annunciato a partire dal 10 giugno fino a raggiungere il 25% di ottobre.
Ma quali conseguenze potrebbe avere questa scelta su un’azienda come Tenaris che ha un impianto di produzione nel Paese?
Impatto limitato
Banca Akros ricorda che il maggior produttore e fornitore a livello globale di tubi e servizi per l’esplorazione e la produzione di petrolio e gas, in Messico ha una capacità produttiva di 1,23 milioni di tonnellate, mentre negli Usa è di 1,84 milioni di tonnellate e in Canada di 700 mila.
Gli analisti evidenziano inoltre che dei 7,2 miliardi di dollari totali di ricavi, il 48% - pari a 3,49 miliardi di dollari – è stato ascrivibile alla divisione nord americana del gruppo e che la produzione domestica riesce a coprire il 55% della domanda statunitense.
Per questo, Akros sostiene che
“la quota massima di ricavi che potrebbe essere toccata dai nuovi dazi in Messico è di 1,6 miliardi di dollari, sulla base dell’ipotesi che il 45% di tutti i ricavi /tubi venduti da Tenaris nella divisione Nord Americana siano rappresentati da importazioni negli Stati Uniti dagli Usa. Questa è una stima molto conservativa. Se applichiamo dazi del 5% sui futuri ricavi e assumiamo che Tenaris non riesca a trasferire questo aumento dei costi sui prezzi avremmo un impatto del 5% sull’ebitda (il consensi attuale stima per quest’anno per la società un ebitda di 1,63 miliardi di dollari)”.
In definitiva, per gli esperti, le eventuali nuove tariffe al 5% annunciate da Trump sulle importazioni dal Messico potrebbero avere un “impatto limitato” su Tenaris.
“La tensione tra Usa e Messico può ulteriormente aumentare, ma crediamo che questo scenario sia poco probabile”
concludono da Banca Akros.
© RIPRODUZIONE RISERVATA