Dazi alla Cina: Trump attacca ancora dal G7

Marco Tarantino

25 Agosto 2019 - 11:52

Donald Trump ha avuto modo anche durante il G7 di attaccare la Cina e la loro politica economica in maniera piuttosto veemente.

Dazi alla Cina: Trump attacca ancora dal G7

Donald Trump è un vulcano e lo ha dimostrato anche durante il G7 con gli altri leader europei ed internazionali. In Francia infatti è in corso l’incontro tra le potenze economiche mondiali: da Biarritz, padrone di casa Macron, ci sono Stati Uniti, Canada, Italia, Francia, Germania, Regno Unito e Giappone.

Il presidente americano ha parlato di molti argomenti: dalle tensioni con gli altri leader politici, fino allo scontro a viso aperto contro la Cina. E’ proprio contro Pechino che Trump ha usato i toni più duri, parlando ancora una volta della guerra economica di dazi e sanzioni verso la Cina che continua a preoccupare i mercati e gli investitori, sempre più orientati verso i beni rifugio. Il valore dell’oro alle stelle, vicino ai record storici degli anni 2000, mentre il costo del petrolio per barile è in netto ribasso complice anche la tassazione ed i dazi imposti proprio da Pechino al greggio statunitense (per la prima volta). Una situazione piuttosto convulsa a livello economico, in cui però Trump ha teso una mano al nemico. Uno scenario meno drammatico di quanto sembra ne esce dalle parole del presidente degli Stati Uniti.

L’ira di Trump verso la Cina

Attacco frontale, tipico dello stile comunicativo di Donald Trump: la Cina è stata ancora una volta accusata dal Presidente americano. La guerra dei dazi entra nel vivo, nuove sanzioni ed inasprimenti da settembre (dal primo del mese prossimo) saranno attive. Poi da ottobre nuovi dazi in arrivo contro Pechino: dall’altro lato dalla Cina arrivano contromosse economiche che hanno «disgustato» il leader degli Stati Uniti.

In questo caso però c’è stato prima l’attacco frontale, poi una piccola sterzata ed infine la frenata per trovare un accordo di massima. I dazi sono un pretesto per chiarire la posizione predominante degli Stati Uniti e trovare accordi favorevoli con la Cina, che ha avuto una espansione anche in America negli ultimi anni, tale da preoccupare l’andamento dell’economia USA. «Ciò che sta facendo la Cina è vergognoso. La guerra dei dazi? Potrei farla, ma al momento non ne ho intenzione. Penso che vogliano fare un accordo più di quanto lo voglia io, quindi vediamo quello che succederà». Il lavoro continua come ha chiarito Trump che ha parlato di cinque mesi di trattative con Pechino per la possibilità di un libero scambio tra i due paesi. Con il Giappone questa eventualità è molto probabile, mentre con la Cina i discorsi sono ancora in alto mare ma le trattative continueranno.

Ma il presidente ha anche toccato anche altri argomenti, come le tensioni con gli altri leader presenti in Francia al G7.

Trump smentisce le tensioni con gli altri leader

Ritorna il discorso comunicativo del presidente americano sulle fake news: quando c’è intenzione di screditare un avversario o delle opinioni o punti di vista differenti, spesso ricorre a questo espediente. Lo stesso ha fatto in occasione del G7 in Francia: bollate come fake news infatti le tensioni con altri leader europei ed esponenti del gruppo dei sette. «Prima che arrivassi in Francia notizie false e disgustose sostenevano che le relazioni con gli altri sei Paesi del G7 fossero molto tese e che i due giorni di incontri sarebbero stati in disastro». Così ha commentato, affidandosi ancora una volta a Twitter, il presidente americano, che in una serie di cinguettii, ha fatto il punto anche a livello economico, screditando i suoi detrattori.

Allo stesso modo si è schierato contro le voci e le notizie di una economia in calo o in recessione per gli Stati Uniti. L’economia americana, per il presidente Trump, sta procedendo alla grande verso gli obiettivi che si era prefissato in campagna elettorale.

Quali sono le potenze presenti al G7?

Il gruppo dei sette è il vertice dei ministri dell’economia di sette nazioni tra le più avanzate, sotto il punto di vista economico, del mondo. Ha preso il via nel 1975 ma è stato formalizzato undici anni più tardi, nel 1986.

Gli esponenti politici presenti sono Justin Trudeau del Canada di cui è primo ministro, Giuseppe Conte, che tutti conosciamo come ex primo ministro (dimissionario), Angela Merkel, Emmanuel Macron, Boris Johnson del Regno Unito, Donald Trump, Shinzō Abe primo ministro giapponese ed infine Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo. Assenti la Russia e la Cina, paesi non presenti nella lista di queste potenze.

Questa lista verrà incrementata nelle prossime edizioni? Difficile ma potrebbe esserci una riapertura in vista per il G8 con la Russia in una situazione di distensione continua con gli altri paesi che compongono attualmente il gruppo dei sette.

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