Debiti PA, migliorano le performance sui tempi di pagamento

Elisabetta Scuncio Carnevale

08/05/2019

La Pubblica Amministrazione in Italia diventa più virtuosa e accorcia i tempi di pagamento dei creditori, al nord va meglio che al sud

Debiti PA, migliorano le performance sui tempi di pagamento

Le Pubbliche Amministrazioni migliorano le proprie performance, riducendo ulteriormente i tempi per il pagamento delle fatture emesse dalle imprese fornitrici di servizi. Resta il divario tra nord e sud del paese.

Ad affermarlo è il Ministero dell’Economia e Finanze che riporta i dati registrati sulla Piattaforma per i crediti commerciali (PCC). Delle 20,3 milioni di fatture evase, su un totale di 28 milioni emesse nel 2018, alcune sarebbero state pagate persino in anticipo.

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Un miglioramento sistematico dei tempi di pagamento delle Pubbliche amministrazioni italiane ai creditori. Lo ha registrato il sistema informativo della PCC, che ha analizzato i pagamenti di oltre 20 milioni di fatture emesse nel 2018 e segnalate sulla piattaforma. La Piattaforma dei Crediti Commerciali certifica e traccia le operazioni sui crediti di somme dovute dalla PA per appalti, forniture, somministrazioni e prestazioni professionali.

Le fatture segnalate, in media, sono state pagate con un giorno di anticipo rispetto ai termini previsti dalla normativa ovvero entro 30 giorni, derogabili in alcuni casi al massimo a 60 giorni. Nel 2016 e nel 2017 i tempi medi di ritardo erano rispettivamente di 16 giorni e 10 giorni.

La diminuzione dei tempi di pagamento è generalizzata e riguarda tutti i comparti della PA, ma si registrano ancora evidenti differenze tra il nord e il sud dello Stivale, come sottolineano anche dal MEF.

“Rispetto al dato medio nazionale, il Nord presenta tempi di pagamento mediamente inferiori di 8 giorni, mentre il Sud fa registrare un valore medio superiore di 11 giorni e quello del Centro risulta di 3 giorni superiore.”

Negli ultimi tre anni, a detta del Tesoro, le performance di pagamento delle PA sarebbero migliorate anche grazie ai diversi interventi diretti che avrebbero consentito il rispetto dei termini di pagamento stabiliti dalla Direttiva Europea 2011/7/UE.

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Intanto il debito residuo scaduto e non pagato al 31 dicembre 2018 riguarderebbe 28 milioni di fatture del valore di 26,9 miliardi complessivi, emesse nel 2018.

Nella stima, avvertono ancora dal Ministero, tutte le fatture per cui non è stata segnalata la comunicazione del pagamento sono state considerate come non pagate. Questo significa che il dato potrebbe sovrastimare il debito effettivo.

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