Condono, nella bozza del decreto fiscale l’articolo 9 non figurava. Dagli uffici di Governo smentiscono Matteo Salvini
L’articolo 9 del decreto fiscale sulla dichiarazione integrativa non è stato verbalizzato dal Consiglio dei ministri.
L’arcano è stato svelato in una nota di Palazzo Chigi che ha voluto ricostruire i passaggi del caso condono, sollevato dal vicepremier Luigi Di Maio, nel corso della trasmissione Porta a Porta. Proprio Di Maio aveva parlato di manipolazione del testo, ma era subito stato smentito da Matteo Salvini.
“Il Movimento cinque stelle conosceva tutte le misure del decreto fiscale perché durante il Consiglio dei ministri di lunedì 15 ottobre chi verbalizzava a Palazzo Chigi era il vice premier Luigi Di Maio”,
aveva commentato il leader leghista solo poche ore fa.
Decreto fiscale, la verità in una nota di Palazzo Chigi
Il chiarimento sul Decreto fiscale è arrivato direttamente dagli uffici del Governo.
“Questa norma risultava in bianco proprio perché l’accordo politico è stato raggiunto poco prima e gli uffici non hanno fatto in tempo a tradurlo sul piano della formulazione tecnico-giuridica”.
Da Palazzo Chigi hanno poi aggiunto:
“non c’è stata quindi la verbalizzazione specifica del contenuto dell’art.9, il cui testo andava poi verificato nella formulazione degli Uffici di Presidenza.”
Lunedì scorso dopo che il Consiglio era già iniziato, la bozza del decreto è stata consegnata al presidente Giuseppe Conte. Nel testo era stata inserita una prima formulazione tecnica dell’accordo: il contestato articolo 9. Secondo Palazzo Chigi, dunque, il condono sarebbe stato aggiunto solo successivamente e
“il foglio non è stato distribuito a tutti i ministri presenti e il presidente si è limitato a riassumere a beneficio di tutti i termini dell’accordo raggiunto sul punto, riservando a un momento successivo la verifica tecnica come è normale che sia per tutte le disposizioni giuridiche”.
Intanto domani, prima del Cdm, è stata già annunciata una riunione politica per trovare un accordo e tornare a discutere in maniera più serena di condono e scudo fiscale.
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