Le nuove restrizioni (in arrivo dal 1° febbraio) permettono di donare il sangue o il plasma. Ma si può donare senza avere la certificazione verde (green pass rafforzato od ordinario)?
Si può donare il sangue senza green pass? La risposta è sì e anzi, l’Avis invita a non smettere di donare e di non cadere vittima dell’ennesime fake news a tema vaccini.
La variante Omicron già influisce molto su tutti gli aspetti della vita quotidiana e, in particolare, sulle operazioni salvavita che si applicano negli ospedali. Tra queste anche la diminuzione delle donazioni di sangue, essenziali per gli ospedali proprio per poter proseguire nelle loro regolari attività, senza dover rinviare terapie e interventi salvavita, sul quale pesano anche i ritardi per i positivi da operare.
Il Ministero della Salute e l’Avis hanno quindi voluto ricordare che è possibile donare anche senza green pass. L’unico limite è la condizione di salute, infatti anche se con un semplice mal di gola o un raffreddore, si può essere esclusi.
Donare il sangue senza green pass è possibile?
Con o senza il green pass di entrambe le tipologie (rafforzato od ordinario) è possibile fare una donazione di sangue o di plasma. A ricordarlo sono l’Avis (Associazione Volontari Italiani del Sangue) e il Ministero della Salute.
Se infatti la certificazione verde sta per diventare essenziale per l’ingresso in molti esercizi commerciali e per gli uffici pubblici, diversamente è stato disposto per la donazione del sangue. Per l’accesso nelle sedi di raccolta è necessario solamente rispettare le norme di prevenzione generale, quali le mascherine ed evitare gli assembramenti.
L’esclusioni delle sedi, dove in media non si rimane a lungo, è stato reso necessario per la richiesta di sangue. L’accesso senza green pass è infatti garantito sia negli ospedali sia nelle sedi esterne.
Donare il sangue in caso di positività: è possibile e come?
Non solo con o senza green pass, un dubbio molto comune è relativo alla possibilità di donare il sangue se si risulta positivi o con il vaccino appena inoculato. Cosa sappiamo?
Il Ministero della Salute ricorda che si può donare il sangue o il plasma solo se si è in buone condizioni di salute. Questo vuol dire che anche il semplice raffreddore o il mal di gola potrebbero escludere una persona dalla possibilità di donare, almeno momentaneamente. In caso di positività quindi non si può donare.
Si può essere ammessi alla donazione solo dopo 14 giorni dalla fine dei sintomi o dopo un test molecolare antigenico negativo. In caso di un contatto stretto con un soggetto positivo al Covid-19 invece si devono far passare i giorni richiesti dalle norme di quarantena.
Bisogna avvertire Servizio di Trasfusionale in caso:
- emerga la condizione di positività al SARS-CoV-2 entro 7 giorni dalla donazione di sangue;
- se compaiono sintomi associabili al Covid-19 entro 7 giorni dalla donazione di sangue;
- se si scopre di essere stati a contatto stretto con un positivo massimo due giorni prima la donazione di sangue.
Donare il sangue dopo la vaccinazione contro il Covid-19: è possibile e come?
Esistono dei limiti anche per i vaccinati. Infatti si può donare il sangue e il plasma dopo un periodo determinato dal vaccino. Il Ministero della Salute riporta che il periodo dipende dal tipo di vaccino.
Per avere disposizioni precise bisogna contattare il centro per il prelievo, ma per fare un esempio, in caso di un vaccino a base di virus inattivati o ricombinante, si potrà donare dopo 48 ore dalla vaccinazione. In caso di sintomi, come febbre o spossatezza, si dovrà attendere almeno una settimana e la fine dei sintomi prima di poter donare.
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