In treno Mario Draghi, Emmanuel Macron e Olaf Scholz, hanno raggiunto Kiev dove terranno una conferenza stampa insieme a Volodymyr Zelensky: i motivi del viaggio in Ucraina dei tre leader.
La notizia è iniziata a circolare poco dopo la mezzanotte: Mario Draghi, Emmanuel Macron e Olaf Scholz, si sono ritrovati in Polonia nel cuore della notte per poi salire tutti insieme a bordo di un treno, con tanto di foto in stile Oriente Express, che è arrivato questa mattina a Kiev.
Un autentico blitz che però non sarebbe improvvisato: diverse fonti hanno fatto sapere che per settimane le intelligence dei rispettivi Paesi hanno lavorato a questo viaggio rimasto rigorosamente top secret fino a poche ore fa.
Ingenti le misure di sicurezza con Draghi, Macron e Scholz, che durante questa visita in Ucraina saranno scortati da circa 300 militari. Dopo l’arrivo a Kiev, il programma prevede un vertice con Volodymyr Zelensky e una serie di faccia a faccia separati anche con altri membri del governo ucraino.
Al termine di questi colloqui ci sarà una conferenza stampa congiunta, la prima del genere da quando tre mesi e mezzo fa è scoppiata la guerra in Ucraina.
Ma qual è il motivo di questo viaggio di Mario Draghi, Emmnauel Macron e Olaf Scholz a Kiev? Oltre a un forte significato simbolico, sarebbero diversi i dossier caldi che saranno discussi dai quattro leader.
Perché Draghi, Macron e Scholz sono a Kiev
Questa mattina quando si incontrerà con Mario Draghi, Olaf Scholz ed Emmanuel Macron, probabilmente Volodymyr Zelensky avrà un orecchio ben teso verso i bollettini di guerra che arrivano dal Donbass.
Le ultime notizie infatti parlano di una forte offensiva russa specie nel Lugansk, con le truppe di Mosca che ormai controllerebbero buona parte della regione tanto da essere sul punto di prendere anche la strategica Severodonetsk.
Ecco perché nel vertice di oggi oltre alla questione dell’adesione dell’Ucraina all’Unione europea, dello sblocco della crisi del grano e di quella che sarà la ricostruzione del Paese, probabilmente Zelensky tornerà a ribadire la sua richiesta più urgente: armi, armi e ancora armi per cercare di resistere all’avanzata della Russia.
Del resto proprio in queste ore gli Stati Uniti hanno annunciato l’ennesimo pacchetto di aiuti umanitari e militari da 1,2 miliardi di dollari, mentre il Canada ha fatto sapere che invierà 9 milioni di pezzi di ricambio per l’artiglieria.
Del resto mentre in Occidente si discute, in Ucraina l’esercito di Kiev sta finendo le munizioni a disposizione quando le forze russe sparano mediamente 50.000 colpi di artiglieria al giorno, dieci volte di più rispetto alle truppe di Kiev.
La questione delle armi di conseguenza sarà centrale nell’incontro a quattro di oggi: la Nato dopo aver illuso l’Ucraina che poteva vincere questa guerra contro la Russia, al momento non avrebbe consegnato ancora tutte le armi promesse agli assediati.
Il vertice di Kiev così sarà l’occasione perfetta per Volodymyr Zelensky nel tornare alla carica per ribadire le sue richieste militari: resta da capire adesso quale sarà la posizione di Mario Draghi, visto che il prossimo 21 giugno al Senato si voterà una risoluzione sull’invio di armi in Ucraina dove, se Lega e Movimento 5 Stelle dovessero votare compatti contro come ipotizzato, la maggioranza non avrebbe i numeri per far passare il testo.
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