Il senior expert della Consob Andrea Giannini ha parlato a IKN Italy degli asset finanziari ESG, dei green bond e del quadro normativo in evoluzione: ecco una sintesi.
Quello degli investimenti ESG, e più in generale della finanza sostenibile, è indiscutibilmente un trend destinato a consolidarsi nei prossimi anni, anche per l’esigenza delle principali economie mondiali di conformarsi a quegli standard prefissati per conseguire gli obiettivi di neutralità rispetto al clima. E, in Italia, sarà al centro del prossimo Forum Banca 2021 che si terrà ad ottobre, con la partecipazione di alcuni istituti chiave del panorama bancario nazionale, da Unicredit a Banca Mediolanum.
In merito, Andrea Giannini, senior expert della Consob, ha rilasciato a IKN Italy alcune dichiarazioni sul presente del settore, dai volumi degli asset finanziari ESG alla raccolta globale dei green bond, offrendo anche una panoramica sulla normativa presente e sugli sviluppi regolatori attesi nel prossimo futuro. I dettagli.
In crescita gli asset finanziari ESG e le emissioni di green bond. Cruciale l’Action Plan
Secondo i dati riportati da Giannini, gli investimenti sostenibili sono in netta crescita. Alla fine del 2020, infatti, gli asset finanziari ESG hanno toccato la cifra record di 37.800 miliardi di dollari, quasi 15.000 miliardi in più rispetto al 2016. La cifra, inoltre, potrebbe lievitare fino a 53.000 miliardi entro il 2025, e cioè “circa un terzo di tutta la massa gestita a livello globale di asset finanziari”, precisa Giannini. Per quanto riguarda i green bond, e cioè le obbligazioni emesse da società o Stati per raggranellare risorse sul mercato da impiegare per finanziare progetti sostenibili, la raccolta è salita nel 2020 a 269,5 miliardi, ma per quest’anno le attese sono per un aumento fino a 400-450 miliardi.
I progressi, secondo Giannini, sono stati possibili grazie all’Accordo di Parigi del 2015, che “ha portato ad una forte accelerazione della normativa sulla finanza sostenibile”, ma decisivo è stato soprattutto l’Action Plan adottato dalla Commissione europea nel 2018. Il piano prevede alcuni rilevanti atti normativi come il regolamento tassonomia, che individua un sistema classificatorio a livello di singola attività economica o di singolo prodotto finanziario identificabile come sostenibile sul piano esclusivamente ambientale, il regolamento disclosure, per cui gli intermediari finanziari che svolgono servizio di gestione di portafoglio e i soggetti che prestano consulenza finanziaria devono fornire un’adeguata disclosure pubblica sulle mobilità con cui integrano i fattori ESG nelle proprie politiche di investimento, e il regolamento benchmark, che introduce dei requisiti minimi per gli indici di riferimento UE di transizione climatica e allineati con l’Accordo di Parigi.
ESG, le nuove proposte normative avanzate nel 2021
Il quadro, in ogni caso, è ancora in evoluzione. Come sottolineato da Giannini, infatti, lo scorso aprile è stata avanzata dalla Commissione europea una proposta di direttiva UE sul reporting di sostenibilità che modifica la direttiva sulla non-financial information del 2014. Questa proposta, chiarisce Giannini, prevede “un allargamento del perimetro dei soggetti chiamati a redigere un report di sostenibilità, andando di fatto ad applicarsi a tutte le società quotate, le imprese assicurative e di credito”, con l’obiettivo “da una parte di incentivare un nuovo flusso informativo (e di dati) dalle società al mercato e dall’altra di creare un sistema affidabile di disclosure sui temi legati alla sostenibilità all’interno del mercato finanziario”.
Sul fronte dell’intermediazione finanziaria, invece, Giannini menziona due proposte normative delegate dalla Commissione europea. Una di direttiva delegata che obbligherà i manufacturer e i distributor ad integrare gli obiettivi di sostenibilità nella definizione del target market e nella relativa messa a punto della strategia di distribuzione, e una di regolamento delegato che impone agli intermediari di valutare le preferenze del cliente in tema di sostenibilità nel processo di selezione dello strumento finanziario raccomandato. “È un quadro insomma in continua evoluzione che non potrà trascurare neppure il settore del rating di sostenibilità”, conclude Giannini.
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