Secondo Ennio Caruccio, un esperto di economia, il nuovo presidente del consiglio Mario Draghi ridurrà il potere di acquisto degli italiani per favorire la Germania.
Quello che farà il neo premier Mario Draghi sarà “ridurre il potere d’acquisto degli italiani”, per favorire la Germania. Ne è certo Ennio Caruccio, un esperto di economia, che in un’intervista per Money.it ha precisato come il nuovo presidente del consiglio dovrà “cercare di aiutare le aziende che esportano in Germania, e quindi esportando riceviamo promesse di pagamento tedesche, mentre i tedeschi dovranno fare l’inverso”.
In sostanza dunque la Germania dovrà fare in modo che i cittadini tedeschi acquistino di più. “Con questi 400 miliardi che loro hanno in più dovranno cercare di ridarcele e cercare di comprare cose, specialmente quelle italiane”.
Ecco come Draghi ridurrà il potere d’acquisto degli italiani
Per favorire la Germania, il premier draghi dovrà “ridurre il potere d’acquisto degli italiani, che non devono acquistare più le Audi, o le Mercedes, quindi Draghi per fare questo dovrà abbassare il livello economico italiano, non c’è niente da fare e la pandemia viene perfetta”.
Caruccio aggiunge che la Germania “un domani potrebbe iniziare a comprarsi le spiagge e gli aeroporti come ha fatto in Grecia. Può darsi che lo sapessero già e lo abbiano fatto apposta per poi comprare tutte queste cose aspettando che i prezzi calino e quindi tutto il sistema sia fatto ad hoc”.
Tuttavia, affinché si verifichi questa situazione sarà necessario fare una selezione delle aziende del nostro Paese, andando a favorire quelle che possono portare un vantaggio alla Germania e ostacolando le altre. Secondo l’esperto, ad esempio, “l’azienda che produce pezzi di ricambio per le aziende tedesche vanno aiutate, le aziende che importano o esportano da altri Paesi invece non hanno valenza”, ma gli italiani non dovranno più avere la possibilità di acquistare i prodotti importati dalla Germania dalla nostre aziende.
Il discorso sul Quantitative Easing
Caruccio parla anche del Quantitative Easing, ossia la politica economica espansiva tramite cui le banche centrali creano nuova moneta per stimolare l’economia e far ripartire le macchine economiche degli Stati.
La Germania non sembrava appoggiare questo strumento, dal momento che, spiega l’esperto, “sapeva benissimo che a lei non serviva, mentre all’Italia avrebbe dato più risorse agli italiani e gli avrebbe fatti acquistare di più, cosa che la Germania è sempre stata contraria”.
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