Economia digitale: la quarta rivoluzione industriale è in arrivo. Come farsi trovare preparati?

Patrizio Messina

26/12/2020

La quarta rivoluzione industriale modificherà le attività nel campo dei servizi, della vendita e della produzione. Ecco come farsi trovare preparati.

Economia digitale: la quarta rivoluzione industriale è in arrivo. Come farsi trovare preparati?

Lo smart working impatta non solo sulla vita dei lavoratori, ma porta con sé un’influenza anche sulle aziende, sull’economia locale, sul mercato immobiliare e diversi potenziali cambiamenti per l’economia nazionale ed internazionale.

È stato uno dei fenomenic maggiori in questo 2020, ed è quindi opportuno compredere quale possa essere il suo sviluppo futuro, insieme a quello dell’annessa digital economy, rispetto al mondo della produzione, del commercio e in generale del business.

Perché è logico, che un tale sconvolgimento degli equilibri non potrà che portare a delle modifiche in ogni ambito della produzione, che a loro volta faranno nascere nuovi problemi, e quindi opportunità di guadagno per chi sa risolverli e fornire soluzioni.

In particolar modo, la cosiddetta quarta rivoluzione industriale modificherà le attività in tre diversi campi:

  • i servizi,
  • la vendita,
  • la produzione.

1) I servizi

La prima serie di attività che verrà modificata dalla digital economy sarà sicuramente l’erogazione di servizi.

Essi possono essere suddivisi in quattro categorie:

  • servizi dematerializzati
  • servizi professionali
  • servizi artigianali
  • servizi alla persona

a) Servizi dematerializzati
I servizi dematerializzati sono quelli che non prevedono né la creazione (o produzione) di un bene fisico, né una fase di lavorazione che prevede l’utilizzo di attrezzature o strumenti fisici. Stiamo parlando, quindi, di un servizio tipo un’assicurazione, l’insegnamento, la trasmissione o l’elaborazione di informazioni, eccetera.

Queste attività saranno le prime ad essere totalmente digitalizzate perché partono già da una posizione di vantaggio, visto e considerato che non hanno una parte “fisica” sin dal principio.

Se la tua attività è inquadrabile all’interno dei servizi dematerializzati occorre che il più velocemente possibile la faccia migrare al digitale.
Ad esempio, se eroghi corsi in aula ti conviene fare in modo di registrarli e pubblicarli tramite un’apposita piattaforma ad accesso riservato. Se stipuli assicurazioni o contratti di prestazione di vario tipo è necessario che il tutto si possa fare online, e così via.

b) Servizi professionali
I servizi professionali, invece, sono quelli in cui la prestazione è eseguita da un professionista inquadrabile in una specifica categoria. Mi riferisco, ad esempio, ad avvocati, medici, commercialisti, eccetera. Ma lo sono anche esperti non necessariamente laureati o con un’iscrizione ad un albo ma che, tuttavia, effettuano i loro lavori in modo concettuale come ad esempio un grafico, un compositore.

In questi casi l’attività non si può digitalizzare, almeno nel suo core, tuttavia è possibile digitalizzare tutto quello che vi ruota attorno.
Innanzitutto può essere sviluppato tutto il marketing per l’acquisizione della nuova clientela e ad esso può collegarsi un sistema automatico che prende le prenotazioni, faccia pagare le prestazione, organizzi l’agenda degli appuntamenti: un sistema digitalizzato che fa il grosso del lavoro e ci permetta di effettuare solo ed esclusivamente il servizio finale mentre tutto il resto viene automatizzato.

c) Servizi artigianali
I servizi artigianali prevedono la realizzazione di un lavoro artigianale. Sono servizi di questo tipo, ad esempio, l’elettricista, l’idraulico, l’imbianchino, chi effettua lavori di ristrutturazione immobili, il meccanico e via discorrendo.

Anche in questo caso possiamo usare la digitalizzazione per spingere molto sul marketing al fine di acquisire clienti, oltre che utilizzarlo per farci conoscere e far conoscere i nostri lavori fornendoci autorità.

Dal punto di vista delle attività, è vero che questi lavori sono difficilmente automatizzabili o digitalizzabili, tuttavia, se riusciamo a creare una serie di servizi standardizzati, o pianificabili con precisione, possiamo provare la carta del prendere prenotazioni e farsi pagare anticipatamente online.

Una buona soluzione può essere quella di creare un sistema di preventivi online pagati anticipatamente. In pratica, il cliente viene attratto dal sistema di marketing dell’artigiano, e se rientra dentro dei parametri prestabiliti (ad esempio la distanza), può accedere, dietro il pagamento di un corrispettivo, ad un video-corso che gli permette di farsi un’idea su cosa potrebbe essere utile per lui. Alla fine del percorso automatizzato il cliente riceve un preventivo creato automaticamente.
Se poi il lavoro viene commisionato, il pagamento del video-corso e del preventivo vengono scalati dalla fattura finale, e quindi rimborsato.
Questo è un modo con cui si può digitalizzare un servizio artigianale, ma se ne possono trovare molti altri.

d) Servizi alla persona
Infine abbiamo i servizi alla persona; il barbiere, l’estetista, il barista e così via.
Anche questi lavori non sono digitalizzabili ma sicuramente, come per gli altri servizi, si può utilizzare la potenza della rete per avviare un sistema di marketing adeguato.

Questo tipo di servizio ha la particolarità di venir espletato in un locale ben definito. Questo permette, insieme ad un’opportuna ingegnerizzazione dei processi lavorativi, di poter pianificare il lavoro inquadrandolo dentro un palinsesto giornaliero. Certo, non tutti i servizi alla persona sono schematizzabili in questo modo, ma molti sì.

Dove è possibile farlo rappresenta un terreno fertile per un’automatizzazione che riempia il palinsesto degli appuntamenti e far pagare anticipatamente online. Può anche essere programmato per effettuare vendite in upsell e cross sell di prodotti affini al servizio in modo automatico.

Se invece si ha un lavoro come quello di barista che non permette la pianificazione del servizio, si può sempre studiare se si possa modificare una parte stessa del lavoro al fine di renderlo pianificabile.

Una gelateria che vende anche torte gelato da portar via, ad esempio, può vendere automaticamente online. Oppure si possono aggiungere servizi prenotabili (ad esempio un bar che permette di organizzare al suo interno feste di compleanno o cose simili), in cui tutto il marketing e il collocamento del servizio avviene sempre in modo automatico.

2) La vendita

Così come la digital economy andrà a stravolgere il settore dei servizi non può che esserci un’enorme influenza anche nel settore delle vendite.

In particolar modo le vendite si suddividono in tre categorie:

  • vendita prodotti di terzi,
  • vendita prodotti realizzati da noi,
  • vendita prodotti fatti su misura.

a) Vendita prodotti di terzi
La vendita di prodotti realizzati da terzi rientra in quello che solitamente viene denominato e-commerce. Il venditore più famoso del settore è sicuramente Amazon, ma in realtà la maggior parte di chi vende online rientra in questa tipologia di venditori.
A prima vista può sembrare che il settore non registerrà modifiche in futuro, visto e considerato che sono già online, e quindi hanno già abbracciato la digital economy.
Ma non è così.

Occorre considerare, infatti, che nel prossimo futuro si andranno a riversare milioni di venditori nella rete, cioè tutti quelli che prima vendevano off-line, e questo scatenerà una guerra commerciale senza quartiere.
Diventerà impossibile vendere con i metodi tradizionali, che in genere sfociano sempre in una guerra dei prezzi al ribasso che porta tutti al tribunale fallimentare.
Se poi consideriamo che nella rete conta il posizionamento e che Amazon è inamovibile dalla sua leadership, la battaglia dei prezzi è una tattica già di per sé perdente prima ancora di iniziare.

L’e-commerce dovrà essere impiantato e pianificato tenendo conto di un ben specifico e studiato piano di marketing che permetta di ritagliarci la nostra fetta di mercato, se pur piccola, in cui noi siamo considerati dei leader, riuscendo così a selezionare una nostra clientela particolarmente legata.

Non basterà mettere i prodotti su un CMS come Joomla e aspettare che arrivino i soldi, perché non succederà. Occorrerà fare una selezione di prodotti molto stretta e poi strutturare il business attorno ad essi in modo da aggredire una fetta del mercato molto specifica in cui possiamo ritagliarci una posizione dominante.
In definitiva, l’e-commerce si dirigerà decisamente verso un’attività prettamente rientrante nel campo del marketing e non più della semplice vendita.

b) Vendita di prodotti realizzati da noi
Se vendiamo prodotti realizzati da noi la storia cambia in quanto, teoricamente, il nostro prodotto lo vendiamo solo noi. Certo, occorre dire che probabilmente avremo tutte una serie di concorrenti diretti che vendono prodotti similari al nostro, ed indiretti, che vendono prodotti succedanei al nostro.

In questo caso la vendita si genera tramite una fase in cui occorre far sapere alla clientela potenziale che il nostro prodotto esiste. Invece, nel caso precedente, la gente sa già che esiste il bene o servizio e quindi, tecnicamente, cerca solo l’offerta che costa meno.
In questo caso, il lavoro da fare è riuscire a modificare il prodotto da te realizzato al fine da renderlo molto particolare, o addirittura unico nel suo genere, in quanto questo agevolerà moltissimo la successiva fase di pubblicizzazione.

c) Vendita prodotti fatti su misura
Per finire, la digital economy, grazie all’automazione di molti processi aziendali, ci permetterà di poter effettuare alcuni tipi di lavorazione in modo molto più efficace ed efficiente. Sicuramente si vedrà un fiorire di realizzazioni di prodotti (e anche servizi) fatti su misura e su specifiche del cliente.

Se si automatizzano i processi produttivi è molto meglio vendere un vestito fatto su misura piuttosto che uno realizzato in modo standardizzato.
Questo ci permette di differenziarci automaticamente da qualsiasi concorrente, ci permette di sviluppare un marketing molto più efficace e, non meno importante, un prodotto creato ad hoc su specifiche del cliente permette di marginare molto di più rispetto ad un prodotto realizzato in serie perché percepito come più esclusivo.

A tutti questi vantaggi si aggiunge quello non meno importante per cui un cliente abituato a comprare prodotti fatti su misura è meno probabile che cambi fornitore nel tempo.

Il compito del venditore sarà quello di sviluppare il business attorno ad un software che permetta di recepire le richieste della clientela con il fine di fornire direttamente l’ordine finale e che magari presenti automaticamente un preventivo di spesa.

Possiamo vedere qualcosa di questo genere in quei produttori di vestiti su misura che si trovano online. Essi hanno un sito internet automatizzato in cui è possibile scegliere il tessuto che da utilizzare, il colore, la trama del tessuto stesso, il modello ed il taglio di pantaloni e giacca, i bottoni, il colore delle asole e così via.

In pratica, c’è un software che pone delle domande e in base a come si risponde vi è un manichino virtuale che cambia le caratteristiche del vestito in base alle scelte effettuate. Il sistema, una volta terminato, presenta il preventivo finale di spesa e chiede se si vuole acquistare o salvare il modello in un database per un futuro acquisto.
Ecco, questo è un tipico esempio di business di prodotti realizzati su misura.

3) La produzione

Ovviamente, oltre che i servizi e la vendita, la digitalizzazione del lavoro non poteva non coinvolgere anche la produzione. Più nello specifico essa va a coinvolgerla in tre aspetti:

  • la dematerializzazione
  • lo smart working
  • l’uso delle stampanti 3d.

a) La dematerializzazione
La dematerializzazione consiste nel cambiare formato ai beni fisici al fine di poterli distribuire in formato digitale. Sono esempi tipici la musica, che invece di essere distribuita sotto forma di Compact Disc viene convertita in formato Mp3, i film distribuiti in streaming invece che tramite DVD, oppure ancora i libri che da cartaceo passano in formato pdf o ebook.

Con la dematerializzazione della produzione si intende quella pratica che permette, dove possibile, di convertire un bene o servizio che normalmente viene realizzato e/o distribuito in formato fisico, in un formato digitale, appunto dematerializzato.

Il vantaggio della dematerializzazione consiste nel fatto che da quel momento in poi tale bene si può produrre infinite volte per replicazione automatizzando totalmente il processo produttivo. Inoltre, un bene o servizio digitalizzato può essere distribuito istantaneamente ovunque nel mondo, o comunque ovunque se ne faccia richiesta e possa giungere a destinazione mediante il traffico dati.

La digital economy spingerà tutti i beni ed i servizi a dematerializzarsi al fine di poter accedere agli enormi vantaggi che esso consente.
Questo significa che per ogni bene o servizio che andremo a produrre dovremo sempre chiederci se esiste un modo per dematerializzarlo, integralmente o anche parzialmente.

**b) Lo smart working
Lo smart working è una parte integrante di questa pratica di dematerializzazione.
È applicabile se e solo se le fasi di lavorazione di un prodotto o servizio sono trasferibili da una postazione all’altra mediante una connessione internet.
Il dipendente riceve il prodotto o servizio da lavorare, espleta le sue funzioni e successivamente trasferisce, sempre online, il bene e servizio lavorato al cliente o all’operatore successivo. Se la lavorazione si dovesse effettuare su un prodotto fisico lo smart working non potrebbe essere avviato.

c) La stampa 3d
La produzione, spesso, non può essere dematerializzata. Ci sono cose che occorre necessariamente abbiano una consistenza fisica nella realtà, vedesi ad esempio un mobile, un’automobile, le stoviglie. Benché questi beni non siano dematerializzabili, ci sono ampie opportunità di digitalizzare parti del processo produttivo. Ciò che più sta sconvolgendo la produzione in questo ambito è sicuramente la stampa 3d.

Inizialmente la stampa 3d è nata come sistema per modellazione usato nei laboratori ingegneristici al fine di valutare un progetto visivamente e dal vivo (quindi come esso appare dopo costruito e non su un disegno o un’animazione).

Successivamente qualcuno ha iniziato ad utilizzare gli oggetti creati con le stampanti 3d per adoperarli in contesti ristretti dove era impossibile o poco pratico portare oggetti in loco.

Un esempio tipico è l’esigenza di creare un attrezzo estemporaneo da utilizzare nella stazione orbitale per avvitare qualcosa. Non potendo portare tutto con sé, si è dotata la stazione orbitale di una stampante 3d, e quando è necessario viene spedito un file con l’oggetto da creare. A questo punto viene realizzato sul posto e poi utilizzato. Ma dalle prime realizzazioni in 3d ne è passata di acqua sotto i ponti, e oggi le stampanti 3d non si limitano a modellare del materiale plastico. Molte di queste riescono a lavorare i metalli, la ceramica, il vetro, o anche più materiali contemporaneamente.
Grazie ad esse si possono produrre protesi mediche, pezzi di ricambio di automobili o di aerei.

Ancora in fase sperimentale vi sono inoltre delle stampanti 3d che nelle intenzioni dovrebbero poter stampare mediante cellule vive generate tramite la tecnica delle staminali, al fine di ricreare organi da poter trapiantare in operazioni.

La possibilità di produrre dei beni stampandoli al momento apre le porte a possibilità di business inimmaginabili: permette, ad esempio, di avere un intero catalogo di pezzi di ricambio per auto di tutte le marche senza nemmeno avere un magazzino: basta avere le stampanti giuste e poi, su necessità, caricare il file giusto e stampare il pezzo.

Ma questo è solo un esempio, tanto altro sarà possibile fare abbattendo totalmente il problema dello spostamento dei beni nel mondo (visto e considerato che si spedisce solo il file), la loro produzione in eccesso e il relativo stoccaggio (che permettere di far trovare i pezzi di ricambio in futuro anche di cose estremamente rare o antiche), così come si annulla il problema del pezzo introvabile.

Per non parlare dei risvolti sanitari se si riuscisse a fabbricare organi umani trapiantabili nei nostri corpi. Finirebbe il problema di trovare i donatori di organi, si potrebbero creare sui misura del paziente, magari usando proprio le sue stesse cellule per essere sicuri che facciano rigettino, e tanto altro ancora.

La stampa 3d è sicuramente uno degli sviluppi della quarta rivoluzione industriale più interessanti ed importanti in assoluto.

4) Marketing

Prima di concludere questa lunga disamina sullo smart working e sulla parente stretta digital economy di cui è parte integrante, è importante soffermarsi sul ruolo del marketing nel prossimo futuro.
A differenza del vecchio sistema produttivo, in cui il marketing aveva solo un ruolo pubblicistico, con la digital economy il processo di vendita è integrato in modo simbiotico con la produzione, e quindi il marketing non è più solo un qualcosa che permette di vendere ma può essere utilizzato come valvola di regolazione del processo produttivo stesso.

In pratica il marketing diventa il perno su cui poi ruota tutto il business, dalla produzione alla vendita.
Prima, in un normale processo produttivo si partiva da un’idea che veniva realizzata. Successivamente, in base a delle stime di potenziali vendite, veniva prodotto e inserito nei canali di distribuzione.
A questo punto il marketing si occupava di venderne il più possibile ed in base ai risultati ottenuti si raccoglievano informazioni utili da fornire alla produzione per capire se era necessario aumentare il ritmo di produzione, diminuirlo, oppure se fermare tutto.

Con la digital economy, invece, il marketing piazza il prodotto ed in tempo reale manda l’impulso alla produzione che lavora su comando.
Questo significa che la velocità di produzione dipende dall’abilità del marketing di procurare nuovi clienti e generare volumi di vendita. Inoltre, è sempre il markerting che raccoglie informazioni e le elabora al fine di modificare il prodotto anche in tempo reale.

Tutto ciò era impossibile nel vecchio tipo di produzione, in quanto esso era basato sul concetto di economia di scala. Ma il paradigma della produzione in scala perderà inesorabilmente significato e si passerà ad una produzione fortemente geo-localizzata, nonché realizzata su misura.
A questo punto, il tutto può essere collegato al marketing che funge da valvola di regolazione di tutto il flusso produttivo.

Se poi consideriamo che i produttori diventeranno estremamente piccoli e si troveranno a dover emergere tra competitor globali di enormi dimensioni, è chiaro che non si può vendere puntando sul prezzo più basso o su motti come “uniamo la tradizione alla modernità”, che non significano assolutamente nulla.

Occorre che si lavori di fino per ritagliarsi una nicchia di mercato, posizionarsi con un angolo di attacco corretto, che ci si faccia conoscere per gli attributi “giusti”. Tutte cose che fanno parte della branca del marketing ma che adesso diventano fondamentali anche per le micro-aziende.

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