Gli asset manager si preparano alle elezioni europee 2019

Alessio Trappolini

22 Maggio 2019 - 12:25

C’è chi auspica riforme fiscali, chi punta sulla Spagna e chi invece non prevede uno stravolgimento degli equilibri nel Parlamento europeo: ecco come gli asset manager si preparano alle elezioni europee 2019

Gli asset manager si preparano alle elezioni europee 2019

Come si stanno preparando i professionisti del risparmio gestito alle imminenti elezioni europee?

Il conto alla rovescia è partito anche per l’Italia: domenica 26 maggio si vota per eleggere i rappresentanti italiani al Parlamento europeo per i prossimi 5 anni. La fase storica è una fra le più delicate degli ultimi anni e vede l’Italia e l’Europa galleggiare su un fragile equilibrio che potrebbe spezzarsi da un momento all’altro e disturbare la quiete dei mercati vista sino ad ora (guerra commerciale permettendo).

Le elezioni europee partiranno ufficialmente tra il 23 e il 26 maggio anche se lo spoglio dei voti inizierà in contemporanea per tutti gli Stati dalle ore 23:00 dell’ultimo giorno citato.

Visto l’impatto atteso sui mercati finanziari abbiamo interpellato i principali asset manager attivi nel vecchio continente per capire cosa si aspettano dai risultati delle elezioni europee e come fronteggeranno in termini di portafoglio eventi inattesi dai risultati delle urne.

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Amundi: populisti al comando

Amundi è stato il primo asset manager a formulare previsioni riguardo alla nuova composizione del parlamento europeo. Il gestore transalpino pensa che il controllo dell’Europarlamento possa agilmente passare ad una nuova maggioranza di partiti euroscettici, nazionalisti e populisti e il “grande vincitore” di questo cambio di passo potrebbe essere l’italiano Matteo Salvini.

«La Lega di Salvini è in procinto di dominare in Italia vincendo il 32% dei voti e 27 seggi. Con questi numeri la Lega diverrebbe il secondo partito più grande nella camera dopo la tedesca Christian Democratic Union di centrodestra», hanno spiegato gli economisti di Amundi durante una call con gli analisti ad inizio anno.

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Franklin Templeton: non vediamo sconvolgimenti, puntiamo sulla Spagna

David Zahn, Head of European Fixed Income di Franklin Templeton qualche giorno fa scriveva di non aspettarsi grandi cambiamenti dalle elezioni europee:

«Sicuramente il nuovo Europarlamento vedrà spostarsi degli equilibri, potremmo avere più esponenti delle forze antieuropeiste a Strasburgo, tuttavia ritengo che questi cambiamenti non sconvolgeranno gli assetti politici in Europa. Semmai renderanno la politica più chiassosa, ma nient’altro di più»

Per quanto riguarda gli asset finanziari Zahn dice di guardare con interesse alla Spagna che, a suo avviso, offre un premio allettante nei confronti di Francia e Germania: «Eravamo già convinti che fosse uno dei paesi più interessanti d’Europa, dal punto di vista di un investitore. E il risultato elettorale ha rafforzato tale convinzione. Come investitori, riteniamo che la focalizzazione delle autorità spagnole sulle questioni fiscali sia stata positiva».

La Spagna è uno dei paesi europei a crescita più elevata, con un prodotto interno lordo (PIL) che nel primo trimestre del 2019 è cresciuto a un tasso annuo di oltre il 2%. Il rapporto debito-PIL della Spagna ha registrato un certo aumento, ma il suo deficit di bilancio è inferiore al 3 per cento.

Hermes: necessarie politiche fiscali comuni

Per Hermes Investment Management l’esito delle elezioni europee potrebbe generare un ulteriore rallentamento del processo di integrazione europea, con conseguenze sulla capacità dell’Eurozona di gestire una prossima fase di ribasso, anche se il comando del Parlamento dovesse rimanere nelle mani dei partiti tradizionali.

«L’esito delle prossime elezioni europee potrebbe avere un impatto significativo sulla capacità dell’Eurozona di affrontare la prossima fase di ribasso. Se da un lato è probabile che la maggioranza in Parlamento rimanga nelle mani dei partiti tradizionali, dall’altro è plausibile che vi siano passi in avanti significativi per i partiti populisti che potrebbero cercare di minare il funzionamento delle istituzioni europee dall’interno», ha spiegato Silvia Dall’Angelo, Senior economist di Hermes IM, in una nota.

Nel documento la Dall’Angelo esplicita le previsioni dell’asset manager per quanto riguarda l’esito delle elezioni europee: «La nostra view di base è che i tre principali gruppi parlamentari - il Partito popolare, i Socialdemocratici e i Liberali - conserveranno probabilmente il controllo del Parlamento europeo. A loro volta, potranno incidere sulle nomine di alto livello all’interno dell’Unione. Ma dovranno cooperare, in particolar modo rispetto alla definizione di politiche fiscali comuni».

Invesco: divergenze nei tassi di crescita e nei premi al rischio

La view base di Invesco è stata esposta da Arnab Das, Elizabeth Gillam, Graham Hook, rispettivamente Global strategist, capo dell’UE Public policy e della Uk Public policy.

Secondo i tre esperti il responso delle europee del 23-26 maggio rifletterà la politica nazionale degli Stati membri. Quindi, in generale, un indebolimento dei partiti moderati tradizionali, una maggiore frammentazione tra i partiti e vantaggi per i movimenti nazionalisti e populisti. «La partecipazione del Regno Unito rappresenterà probabilmente un’ulteriore complessità sia per Brexit sia per l’UE», aggiungono gli esperti nel report.

In buona sostanza – scrivono Das, Gillam e Hook -, manteniamo la nostra visione della zona euro: «il terzo decennio dell’euro sarà probabilmente caratterizzato da difformità nei tassi di crescita, nei rendimenti obbligazionari e anche nei premi per il rischio azionario, dopo la divergenza degli anni 2010 e la convergenza degli anni 2000».

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