Enel sotto attacco hacker: il gruppo energetico italiano colpito da un virus ransomware. Richiesto un riscatto di 14 milioni di dollari: ecco cosa è successo.
Enel sotto attacco hacker: il fornitore italiano, leader del settore elettrico, ha subito una violazione informatica attraverso il virus NetWalker che ha portato al furto di 5 TB di dati riservati appartenenti all’azienda. In cambio gli hacker hanno richiesto un riscatto da 14 milioni di dollari. Ma cosa è successo esattamente?
L’attacco hacker subito da Enel è basato su un virus di tipo ransomware: vi abbiamo parlato più volte nelle nostre pagine di questo tipo di violazioni informatiche che, per farla breve, si basano sul rendere inaccessibili e non funzionanti i sistemi informatici colpiti riattivabili solo tramite apposito riscatto.
Enel sotto attacco hacker: 14 milioni di dollari di riscatto
Una cifra importante quella richiesta dai cybercriminali, il ransomware NetWalker è presente sul Dark Web: TG Soft, azienda italiana specializzata in cyber sicurezza, ha comunicato la scoperta via Twitter mettendo sulla difensiva Enel (che aveva già subito una violazione informatica lo scorso giugno).
Gli hacker hanno dimostrato la veridicità del loro attacco e delle loro affermazioni pubblicando alcuni screenshot dei file criptati violati. I dati violati appartenenti a Enel sono di due differenti tipi: cartelle con dati file relativi alle centrali elettriche del fornitore e una cartella denominata “Dossier Impianti” a cui si aggiungono dati aziendali riservati.
Cosa c’è in questi dati è oggetto di mistero e i suoi contenuti reali sono strettamente legati a Enel ma gli hacker affermano che, se dovessero essere rilevati “cose interessanti” pubblicheranno tutto a meno che il gruppo energetico non copra la cifra di 14 milioni di dollari di riscatto.
La cifra è stata, come avviene sempre in queste circostanze, sotto forma di criptovalute: 1.234 bitcoin. Per ora si attendono risposte sulla posizione di Enel e la successiva mossa degli hacker che potrebbero rilasciare i primi file pubblicamente per spaventare il gruppo energetico italiano, inducendolo al pagamento dell’ingente somma richiesta.
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