Su energia e migranti passa la linea Draghi in UE?

Violetta Silvestri

23 Ottobre 2021 - 10:31

Al termine del Consiglio Europeo, i riflettori si sono accesi soprattutto su due temi molto caldi: la crisi energetica e del gas e la gestione migranti. C’è stata una linea Draghi in UE?

Su energia e migranti passa la linea Draghi in UE?

Archiviato il Consiglio Europeo, si tirano le somme: c’è stata una linea Draghi vincente su temi cruciali quali energia e migrazione?

Stando alla conferenza stampa del Presidente del Consiglio e al documento condiviso a fine riunione, alcuni passaggi chiave della discussione hanno visto l’Italia protagonista.

Sulla crisi energetica Draghi ha spinto su un lavoro di maggiore integrazione comunitaria e sulla complessa questione dei migranti l’ex governatore della BCE si è imposto su alcuni temi.

Qual è stata la linea Draghi al Consiglio UE su energia e crisi migratoria?

Cosa ha chiesto Draghi in UE sulla crisi del gas

Nelle parole di Ursula Von der Leyen a conclusione del vertice di Bruxelles, sul tema energia il concetto è stato chiaro: sul medio e lungo periodo, l’Unione dovrà “aumentare la resilienza e l’indipendenza: vogliamo esplorare come stabilire una riserva strategica di gas, esplorare la possibilità di appalti comuni, intensificheremo l’outreach verso i diversi fornitori per diversificare le fonti di approvvigionamento e dobbiamo accelerare il lavoro sull’interconnessione.”

Tradotto: più comunità. Proprio come sottolineato da Draghi, già prima del Consiglio UE e poi ribadito in conferenza stampa:

“siamo stati espliciti con la necessità di preparare subito uno stoccaggio integrato con le scorte strategiche. Dobbiamo proteggere tutti i Paesi dell’UE in egual misura...[bisogna insistere su] un’autonomia strategica dell’Unione, perché nel lungo periodo è sulle rinnovabili che bisogna puntare, anche se è difficile rinunciare al gas immediatamente per molti Paesi”

Insomma più Europa e meno nazionalismi, seppure ogni Stato dovrà fare i conti con le caratteristiche interne e sistemiche per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico.

La Germania è ancora legata al carbone, che abbandonerà nel 2040 mentre ha accelerato la rimozione del nucleare. Quest’ultima fonte, invece, è rivendicata come pulita soprattutto dalla Francia, che ha molti reattori.

Spagna e Italia, per esempio, dipendono molto dal gas di Algeria per la penisola iberica e della Russia per la nostra nazione.

Tuttavia, la linea Draghi è fortemente orientata a trovare soluzioni comunitarie, anche per la questione attuale del gas. E, considerando l’autorevolezza riconosciutagli in UE, il presidente del Consiglio italiano avrà un ruolo centrale nello stabilire l’approccio europeo alla crisi energetica.

Perché Draghi è soddisfatto sul tema migranti

Complesso e divisivo in UE è da sempre il tema della gestione dei migranti. Non a caso, il Consiglio ha slittato la chiusura proprio per l’accesa discussione che si era aperta tra i 27 Paesi membri sulla questione migratoria.

Innanzitutto, è stata respinta con determinazione la proposta di poter costruire nuovi muri per fermare l’arrivo dei rifugiati soprattutto nella rotta che tocca i Paesi dell’Est.

Draghi è stato categorico al riguardo, sottolineando come la stessa posizione fosse stata espressa da alcuni Stati e dalla Von der Leyen.

Ma il punto chiave, sul quale Draghi ha manifestato una certa soddisfazione, è stato quello dei movimenti secondari dei migranti. Il fenomeno si verifica quando un rifugiato o richiedente asilo entrato in un Paese UE si muove verso altri Stati membri.

L’Italia è stata accusata di operare con poca efficienza e di non fare abbastanza per evitare che i migranti, giunti sulle coste italiane, si spostino da lì. Da qui la tentazione di alcuni Stati di rivedere la libera circolazione secondo Shenghen.

Draghi ha insistito sulla necessità di collaborazione e, alla fine, ha ottenuto la riscrittura del documento finale:

“È opportuno proseguire gli sforzi volti a ridurre i movimenti secondari e garantire un giusto equilibrio tra responsabilità e solidarietà fra gli Stati membri”

Grazie alla pressione del presidente del Consiglio si è potuto aggiungere: “giusto equilibrio tra responsabilità e solidarietà”. Un concetto per ora sulla carta, ma che rappresenta un punto di partenza per il prossimo futuro.

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