Epatite acuta nei bambini: primi casi in Italia, potrebbe essere virale

Giorgia Bonamoneta

21/04/2022

Arriva anche in Italia l’allarme scattato in UK per l’epatite acuta che colpisce i bambini. Sono 4 i casi scoperti e la rete tra i reparti è stata attivata per riconoscerne altri in tempo.

Epatite acuta nei bambini: primi casi in Italia, potrebbe essere virale

Arriva anche in Italia l’allarme per l’epatite acuta nei bambini. I primi casi in Italia sono almeno 4, ma la rete di informazione tra i reparti di tutto lo stivale potrebbe, nelle prossime giornate, rimandare un quadro peggiore.

I bambini, tutti sotto i 10 anni, rischiano conseguenze gravi e due casi presentano la necessità di un trapianto. Le caratteristiche di questa particolare forma di epatite acuta nei bambini coincidono con i casi scoperti in Gran Bretagna, dove il numero di bambini è salito oggi a 74.

I casi, anche in Italia, sarebbero riconducibili a un’origine virale, per esempio da Covid-19. Questo potrebbe concorrere alla presenza di epatite acuta e sono in corso delle indagini per capire quanto questa ipotesi sia corretta. In ogni caso appare evidente che il vaccino non c’entri nulla, infatti nessuno dei bambini ricoverati avevano ancora fatto il vaccino anti Covid-19.

L’epatite acuta che colpisce i bambini arriva in Italia

Fin dalle prime notizie sui particolari casi dell’epatite acuta nei bambini nel Regno Unito, non è mancato il timore che potesse arrivare anche in Italia tale notizia. Alla fine è successo e almeno 4 bambini sono stati ricoverati con le caratteristiche specifiche di questa forma di epatite. L’allarme è scattato a livello internazionale e grazie a questo è stato possibile scoprire in tempo i casi, in questo modo anche i due casi italiani più gravi - quelli che hanno bisogno di un trapianto - hanno maggiori possibilità di cura.

La forma di epatite riscontrata nel Regno Unito è piuttosto aggressiva e il sospetto dei primi accertamenti è che sia di natura virale. I primi casi di epatite acuta nei bambini sono stati registrati a partire da inizio gennaio. L’UK Health Security Agency (Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito) ha parlato di un vero e proprio focolaio che a oggi conta 74 positivi.

La settimana scorsa c’è stato un primo alert riguardo a una decina di casi - spiega Giuseppe Indolfi, epatologo del Meyer di Firenze, consulente dell’Oms per le epatiti virali e responsabile dell’area fegato della Società europea di gastroenterologia - L’attenzione dei clinici è stata attratta dal fatto che in un caso c’è voluto il trapianto”. Ora però non ci sono più dubbi sulla sua natura o quasi. Infatti i casi sono aumentati e si sono presentati in altri Paesi come Spagna, Danimarca, Paesi Bassi e Stati Uniti. Nel totale dei casi sono stati necessari sei trapianti.

Una forma virale di epatite sta contagiando i bambini? Cosa sappiamo

Per “caratteristiche particolari” di questa forma di epatite si intende la sua iscrizione nel gruppo “non A-non E”, cioè non comprese nelle forme più diffuse (appunto A, B, C, D ed E). Il problema però è che non si è ancora in grado di dire quale sia l’origine. Si va quindi per esclusione e tra le cause non è escluso il Covid-19. Le infezioni potrebbero essere legate anche agli adenovirus, ma ci sono più ipotesi.

Le malattie del fegato possono essere legate a un virus, ma gli esperti ora sono alla ricerca della contagiosità, cioè dell’incidenza attuale e passate, per tentare di capire a quanto ammonti il numero reale di casi. Il coronavirus non sembra plausibile, perché banalmente è troppo diffuso per non presentare ulteriori casi di epatite con queste caratteristiche. Ma è ancora presto per dare una risposta adeguata.

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