I lavoratori che svolgono turni notturni per un certo numero di notti l’anno hanno diritto ad un abbassamento dell’età pensionabile.
Il lavoro notturno, se svolto a determinate condizioni, rientra a pieno diritto nel lavoro usurante e proprio per questo chi lo svolge ha diritto a degli sconti sull’età pensionabile che possono concretizzarsi con la quota 41 o con la quota 97,6.
Rispondiamo ad una lettrice di Money.it che ci scrive:
“Buonasera. Mio marito compirà 60 anni in aprile 2022 e 40 anni di contributi continui a giugno del 2023 ed ha lavorato SEMPRE DI NOTTE dall’ una alle 11 del mattino circa . Che prospettive ha ? Grazie.”.
Lavoro notturno ed età pensionabile
Se il lavoratore svolge lavoro notturno può rientrare nella categoria del lavori usuranti a patto che presti la sua attività:
- per almeno 64 notti l’anno per almeno 6 ore nell’intervallo che va dalla mezzanotte alle 5 del mattino
- per tutto l’anno per almeno 3 ore nell’intervallo che va dalla mezzanotte alle 5 del mattino.
Le vie di pensionamento anticipato sono rappresentate dalla quota 41, che però ricordiamo essere destinata ai soli lavoratori precoci, ovvero a coloro che hanno maturato almeno 12 mesi di contributi prima del compimento dei 19 anni di età. Se, quindi, suo marito ha i 12 mesi di contributi versati in giovane età, rientrando anche nei lavoratori usuranti, potrebbe avere diritto al pensionamento tra un anno circa, al raggiungimento dei 41 anni di contributi versati.
Se, invece, non rientra nella quota 41, la possibilità di accedere alla pensione entro breve tempo è rappresentata dalla quota 97,6, una misura dedicata esclusivamente ai lavoratori usuranti e che permette l’accesso dal compimento dei 61 anni e 7 mesi. Ma per chi svolge lavoro notturno l’età di accesso è determinato anche dal numero di notti lavorate ogni anno.
Per chi lavora almeno 77 notti ogni anno, appunto, è richiesta la quota 97,6 con almeno 61 anni e 7 mesi di contributi e con almeno 35 anni di età se dipendenti e la quota 98,6 per i lavoratori autonomi (almeno 62 anni e 7 mesi di età). Con meno notti i requisiti richiesti, invece, aumentano di un anno sia per i dipendenti che per gli autonomi.
Con notti lavorare durante l’anno pari ad un numero compreso tra 72 e 77 è richiesta la quota 98,6 (per gli autonomi 99,6) con almeno 62 anni e 7 mesi di età e con almeno 35 anni di contributi versati. Per chi ha lavorato, invece, dalle 64 alle 71 notti l’anno è richiesta la quota 99,6 (per gli autonomi quota 100,6) con almeno 63 anni e 7 mesi di età e con almeno 35 anni di contributi versati.
Il mio consiglio è quello di rivolgervi ad un patronato per sondare quelle che sono le reali possibilità di pensionamento per suo marito visto che, in entrambi i casi, il pensionamento è abbastanza vicino.
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