L’ultima nota diffusa da Goldman Sachs mette in luce le prospettive di lungo termine della seconda criptovaluta per capitalizzazione di mercato, Ethereum.
Ethereum potrebbe finire per mettere la freccia su Bitcoin, presto o tardi. A dirlo, in una nota diffusa in settimana, gli analisti di Goldman Sachs. Un endorsement non da poco, quello della banca USA, se si considera che allo stato attuale il Bitcoin primeggia con una capitalizzazione di mercato da 626 miliardi di dollari, contro i 249 di Ethereum. Un gap di 377 miliardi, un’enormità.
Goldman Sachs punta su Ethereum
Eppure, questa è la linea di Goldman Sachs, che vede attualmente in Ethereum “la criptovaluta con il più alto potenziale di utilizzo reale, in quanto Ethereum, ovvero la piattaforma di cui è la valuta nativa, è di fatto il network più popolare per qualsiasi applicazione basata sugli smart contract”. La banca USA, nel teorizzare il sorpasso, punta in breve sulle svariate sfumature della rete Ethereum, e soprattutto sugli smart contract, ovvero la tecnologia che ha favorito il boom della finanza e delle applicazioni decentralizzate.
Posizione più instabile, invece, per il Bitcoin, considerato ancora uno strumento speculativo piuttosto che un metodo di pagamento valido – e cioè l’unica evoluzione possibile guardando al futuro – per le prossime generazioni. Il flippering, termine con il quale si intende nel gergo tecnico lo scollinamento di Ethereum sulla prima posizione tra le criptovalute, sarebbe in ogni caso già in corso, avvertono da Goldman Sachs. Numeri alla mano, infatti, il Bitcoin nell’ultimo anno ha registrato un rialzo del 262%, contro il +785% centrato da Ethereum.
Per Goldman Sachs le criptovalute sono un rischio
Goldman Sachs, tuttavia, rimane tiepida sull’industria criptovalutaria. Già il mese scorso gli analisti avevano ribadito che le divise digitali “non sono un investimento valido per i portafogli diversificati dei nostri clienti”, sottolineando poi in settimana come l’oro rimanga un bene rifugio di gran lunga più affidabile rispetto a Bitcoin&Co. Ed è proprio la competizione di cui abbiamo parlato, e cioè quella tra Bitcoin ed Ethereum, a costituire “un rischio che impedisce al momento alle criptovalute di diventare dei validi safe haven”.
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