Un’ondata di commenti negativi nei confronti dell’italia sui social da parte dei cittadini dell’Unione Europea, con l’opinione pubblica fortemente contrariata nei confronti del nostro Paese dopo l’accordo sul Recovery Fund.
Un vero e proprio sentimento unitario all’interno dell’Unione Europea è sempre più una utopia. La prova lampante c’è stata nella lunga e travagliata trattativa in merito al Recovery Fund, ovvero il bazooka con il quale Bruxelles intende sostenere i Paesi membri durante colpiti dall’emergenza coronavirus.
Chi credeva che la pandemia in corso potesse in qualche modo far divampare una sorta di ondata di solidarietà in Europa si è subito dovuto ricredere, specie dopo aver visto l’atteggiamento dei cosiddetti Paesi Frugali che hanno eretto autentiche barricate nel chiedere regole più stringenti in merito ai fondi da elargire.
Giuseppe Conte contro Mark Rutte è stato il leitmotiv andato in onda per diverse settimane, ma questo lungo braccio di ferro come ha influito nella percezione dei cittadini dell’Unione in merito a quanto accaduto con il Recovery Fund?
Una domanda questa a cui ha cercato di rispondere un’analisi realizzata da Agi in collaborazione con KPI6, che ha preso in considerazione i commenti fatti in lingua inglese sui social network provenienti dai principali Paesi europei.
Recovery Fund: Europa arrabbiata con l’Italia
Guardando l’esito di questo studio, si può notare come sommando la percentuale dei commenti di disappunto (64%) e quelli di rabbia (22%) verso l’Italia dopo l’accordo sul Recovery Fund, il computo totale è di un 86% di reazioni negative.
Come scrive Agi:
L’Italia non è un paese credibile secondo le opinioni di molti. In estrema sintesi pensano che mentre i paesi virtuosi e rigoristi pagano aliquote molto alte, gli italiani evadono le tasse, e nonostante ciò il Governo Conte concederà nuovi sgravi proprio attraverso il Recovery Fund.
In sostanza in Europa aleggia uno scetticismo di fondo nei confronti dell’Italia, elemento che potrebbe in qualche modo aver rafforzato l’irrigidimento dei Paesi Frugali, con i vari governi sulle barricate magari proprio per avallare questo sentimento galoppante tra l’opinione pubblica.
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