Si parla di falsa malattia quando un lavoratore simula una patologia per non svolgere la propria attività lavorativa. Vediamo quando scatta il licenziamento e cosa rischia lo stesso datore di lavoro.
Falsa malattia: quali sono i rischi per i dipendenti che simulano una patologia? E per i datori di lavoro conniventi?
Con l’obbligo di green pass sul luogo di lavoro introdotto dal 15 ottobre potrebbero aumentare i lavoratori che scelgono la malattia, documentata da certificato medico, ma che può tuttavia essere falsa.
L’INPS il 18 ottobre ha ricevuto il 14,6% in più di certificati medici rispetto al lunedì precedente, mentre venerdì 15 i lavoratori in malattia erano il 22,6% in più rispetto al giorno prima. Ovviamente i dati non ci dicono nulla di scientifico, come sottolineano i medici di famiglia, e sebbene si possa pensare alla falsa malattia è anche vero, sottolineano gli esperti, che vi è stato nelle ultime due settimane un repentino abbassamento delle temperature che può aver influito sulla salute dei cittadini.
Falsa malattia o meno nel caso specifico, è necessario mettere in guardia i lavoratori dipendenti che decidono di presentare un certificato medico pur non avendo alcuna patologia sulle conseguenze di tale comportamento. Lo stesso faremo per i datori di lavoro.
Cercheremo di capire perché la falsa malattia è una truffa ai danni dell’INPS, e quindi dello Stato, e quando scatta il licenziamento o addirittura un procedimento penale.
Falsa malattia: rischi datore di lavoro e dipendenti
Parlando di falsa malattia partiamo dal considerare quali sono i rischi per il datore di lavoro e per i dipendenti che vengono meno al rispetto delle regole in materia.
Il datore di lavoro potrebbe indurre il suo sottoposto a un congedo per problemi di salute facendo sì che a pagare sia l’INPS.
Ovviamente si tratta d’istigazione a commettere quella che a tutti gli effetti è una truffa. Inoltre anche il lavoratore che da non malato si concede quella che a tutti gli effetti è una falsa malattia rischia un procedimento penale.
Il datore di lavoro che chiede a un dipendente di mettersi in malattia può essere denunciato dallo stesso. Altresì è lo stesso datore di lavoro che può denunciare e licenziare un lavoratore che esibisce un certificato di falsa malattia.
Il lavoratore che richiede la malattia senza alcun problema di salute rischia molto: non solo un procedimento civile, ma anche quello penale come conferma la giurisprudenza.
Per quanto riguarda il procedimento di carattere civile possiamo dire che il lavoratore incorre nel licenziamento. Infatti anche per un solo giorno di falsa malattia il datore di lavoro può decidere di licenziare il dipendente per giusta causa e quindi senza alcun preavviso.
Il datore di lavoro deve però attivare un procedimento disciplinare a carico del dipendente che avrà 5 giorni di tempo per fornire le proprie giustificazioni in merito. All’esito del procedimento disciplinare il datore di lavoro può procedere al licenziamento senza il preavviso dovuto secondo il contratto collettivo di riferimento.
La falsa malattia infatti determina la “violazione degli obblighi di correttezza e buonafede, oltre che degli specifici obblighi contrattuali di diligenza e fedeltà” del lavoratore.
La giurisprudenza ha però chiarito che questo principio non può valere sempre e in ogni circostanza dal momento che occorre indagare la motivazione che spinge il lavoratore ad assentarsi dal lavoro per falsa malattia. Il lavoratore che si assenta per assistere un familiare malato infatti, non dovrebbe sottostare allo stesso procedimento sanzionatorio del dipendente che si assenta per svolgere un altro lavoro.
Vediamo quando il lavoratore che usufruisce di un periodo di falsa malattia può rischiare anche un procedimento penale.
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Falsa malattia: il dipendente rischia anche il penale
Vi è anche il caso in cui il dipendente in falsa malattia rischia il penale. Produrre un certificato medico falso è infatti un reato e per quanto l’INPS possa cercare di fare i suoi debiti controlli inviando il medico fiscale presso il domicilio del dipendente malato, non sempre vi riesce.
Il lavoratore in falsa malattia non solo può essere licenziato per giusta causa, ma è lo stesso datore di lavoro che può denunciarlo per truffa. Questa di fatti è ai danni dello Stato dal momento che è l’INPS a pagare l’indennità al lavoratore malato (immaginario).
A confermarlo è di fatto anche una sentenza della Cassazione, la numero 47286 del 7 ottobre 2018 in cui ha condannato un dipendente a 9 mesi di reclusione e 150 euro di multa per falsa malattia.
Il dipendente non solo aveva truffato lo Stato e moralmente anche il datore di lavoro con la falsa malattia seppur certificata, ma contemporaneamente, e questo ha permesso d’incastrarlo, lavorava nel periodo di malattia presunta per un’altra azienda.
Un rischio altissimo dunque dal momento che la falsa malattia si configura come un reato vero e proprio, civile e penale.
Ricordiamo che la Cassazione più volte si è espressa in merito alla possibilità di lavorare durante la malattia, ma questo può avvenire non quando questa sia falsa, ma quando la malattia sia accertata, ma ovviamente entro certi limiti:
- il secondo lavoro non deve essere in concorrenza con il primo;
- il secondo lavoro non deve compromettere in alcun modo la guarigione del dipendente in malattia e quindi il suo rientro sul posto di lavoro.
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