La Federal Reserve ha annunciato che revocherà, dopo il prossimo 30 giugno, le restrizioni relative ai dividendi e ai buyback per le banche statunitensi.
Dopo il 30 giugno la Federal Reserve revocherà per le maggiori banche statunitensi le restrizioni relative al pagamento dei dividendi e alle operazioni di buyback, ovvero il riacquisto di azioni proprie, così come caldeggiato ad inizio settimana dalla segretaria al Tesoro USA Janet Yellen.
Lo stop alle misure introdotte, in via precauzionale, durante la stagione pandemica è stato annunciato ieri dai vertici della banca centrale USA, che impongono così una ulteriore proroga rispetto alla scadenza fissata al 31 marzo.
Fed, arriva lo stop a misure su dividendi e buyback
Le restrizioni sui dividendi e sui buyback erano state implementate dalla Fed lo scorso giugno: nel dettaglio, il board della banca centrale statunitense aveva richiesto ai principali istituti USA di sospendere il riacquisto di azioni nel terzo trimestre e di limitare il pagamento dei dividendi al volume riconosciuto agli azionisti nel Q2.
La decisione della Fed, come noto, era legata all’emergenza sanitaria ed economica scaturita dalla prima ondata pandemica, quando l’approccio morbido della precedente amministrazione Trump aveva portato gli Stati Uniti ai primi posti per tasso di contagi. Nei piani della banca centrale le restrizioni sarebbero state utili per sostenere il capitale e per rafforzare finanziariamente le banche, così da garantire ai cittadini provati dalla pandemia l’accesso ai prestiti.
Banche USA alla prova degli stress test
La Fed, tuttavia, ha specificato che le restrizioni saranno revocate esclusivamente agli istituti che saranno in grado di superare lo stress test, ovvero il sistema messo a punto dalla banca centrale per valutarne il grado di resilienza, con focus su perdite, entrate e livelli di capitale. I risultati saranno pubblicati il primo luglio.
Per le banche che falliranno lo stress test della Fed le misure sui dividendi e sui buyback verranno estese fino al prossimo 30 settembre, con la possibilità di limitazioni ancora più restrittive se non dovessero riuscire ad allinearsi agli standard fissati dalla banca centrale entro quella data di scadenza.
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