Al termine del Consiglio dei ministri il premier e il ministro della Salute hanno parlato in conferenza stampa. Ecco cosa hanno detto.
Il Consiglio dei ministri di oggi ha approvato il nuovo decreto Covid che sancisce di fatto la fine dell’emergenza nel nostro paese il prossimo 31 marzo.
Sarà un ritorno graduale alla normalità che porterà all’abolizione del sistema a colori delle regioni, all’eliminazione del green pass, della mascherina e di ogni limitazione alla capienza di stadi e palazzetti.
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Al termine del consiglio sia il presidente Mario Draghi che il ministro della Salute Roberto Speranza hanno parlato in conferenza stampa trattando non solo temi legati al Covid, ma anche alla guerra in Ucraina e la conseguente crisi economica che sta innescando nel nostro paese.
Le parole di Mario Draghi su stato di emergenza e Cts
Mario Draghi in conferenza ha esordito parlando di un ritorno alla normalità e alla socialità quasi compiuto. Ha confermato la fine dello stato di emergenza al 31 marzo e lo scioglimento del Comitato Tecnico Scientifico. Draghi ha usato parole di elogio verso tutta la struttura tecnica che per due anni ha supportato le scelte del Governo.
Un ringraziamento particolare anche al generale Figliuolo definendo la sua nomina come una svolta radicale nella lotta al Covid. Per lui però il ruolo non si è concluso perché resterà in carica fino al 31 dicembre in qualità di commissario straordinario.
E un ringraziamento ha voluto farlo anche a tutti gli italiani. «Voglio ringraziare tutti gli italiani per l’altruismo, la pazienza dimostrata in questi anni: noi siamo spesso percepiti con scarso senso civico e invece siamo stati bravissimi in questa pandemia, occorre andare fieri» - ha detto.
Quarta dose
Sull’ipotesi quarta dose il premier ne ha escluso al momento il ricorso. «Per la scienza non ci sono evidenze, la stiamo valutando solo per gli anziani» - ha detto. Al momento la quarta dose è stata aperta solo ai pazienti immunodepressi. I vaccini secondo Draghi hanno evitato nel 2021 circa 80mila morti.
Green pass e mascherine
Come detto a scaglioni nel corso dei prossimi mesi cadranno tutte le restrizioni e l’Italia potrà così finalmente ripartire. Anche il green pass sarà superato a partire dal 1° maggio in tutti i luoghi.
Mario Draghi ha sempre difeso ed elogiato questo strumento messo in atto per contrastare il contagio. E anche oggi l’ha definito un grande successo che ha permesso di recuperare un po’ di socialità.
Dal 1° maggio assieme alla fine del green pass ci sarà anche l’addio anche alle mascherine al chiuso. L’uso è già diventato facoltativo all’aperto e a breve lo diventerà quindi ovunque.
Anche gli stadi, i palazzetti e tutti gli altri luoghi non avranno più limitazioni e saranno aperti al 100% della capienza a partire dal 1° aprile. E addio anche al sistema regionale a fasce come confermato dal ministro della Salute Roberto Speranza.
Ma entrambi i rappresentanti dell’esecutivo hanno comunque chiarito che l’andamento dell’epidemia verrà costantemente monitorato. «Siamo pronti ad adattare il nostro apparato alla sua evoluzione, anche in senso più espansivo, se è il caso».
Il punto sulla guerra in Ucraina
Il premier ha parlato anche del conflitto in Ucraina e di Putin. Secondo Draghi il presidente russo non vuole la pace ma la sua volontà è quella di proseguire con la guerra. Tuttavia ha chiarito che «la pace va cercata a ogni costo».
Quanto agli effetti delle sanzioni sull’Italia ha aggiunto Draghi che il Governo è al lavoro per aiutare famiglie e imprese cercando di preservare la ripresa quanto più possibile.
«Vogliamo che l’economia italiana non sia colpita e cerchiamo di attenuarne le conseguenze della guerra» - ha concluso.
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