Tassi di cambio: analisi, scenari e aspettative future nella situazione economica attuale alla luce degli ultimi eventi. Focus su euro, dollaro, sterlina e yen.
Il mese scorso è stato prolifero di eventi economici che hanno avuto un impatto considerevole sul mercato forex. In particolare, dalla seconda metà del mese scorso, l’euro ha recuperato terreno nei confronti del dollaro, passando da 1,08 dollari per un euro in data 15 maggio 2020 ai quasi 1,13 (1,1295) nella giornata di ieri. Gli sviluppi in materia di Recovery Fund e del programma di acquisti di titoli sia pubblici che privati da parte della BCE (il Pepp) sono le cause di questo recupero.
Gli investitori, prezzando in maniera positiva questi eventi, hanno acquistato asset denominati in euro facendo recuperare terreno ai principali listini europei in sofferenza a causa degli effetti economici del COVID-19.
Prendiamo in esame l’euro, il dollaro, la sterlina e lo yen per cogliere quali siano le opportunità migliori offerte sul mercato delle valute oggi.
Analisi euro (EUR)
Le parole del presidente della FED, in occasione dell’ultima riunione, in merito al prolungamento del periodo di bassi tassi di interesse e l’uscita di dati macro relativi a produzione industriale e livello di PIL per i paesi della zona euro hanno causato forti perdite per tutti i listini globali.
Come conseguenza, nella seduta asiatica di giovedì, l’euro ha perso un po’ di terreno nei confronti del dollaro, scendendo sotto quota 1,13 dollari per euro.
Oltre a perdere terreno sul dollaro, l’euro perde anche nei confronti dello yen giapponese attestandosi a quota 121,12 yen contro i 121,43 della giornata precedente. La mancanza di un piano definitivo in merito al Recovery Fund e i dati macro negativi come il calo della produzione industriale in Italia e in Europa, sono i fattori prezzati dagli investitori nei mercati finanziari.
Analisi dollaro (USD): le cause della discesa
Il dollaro, pur rimanendo la valuta più scambiata a livello globale con una quota pari al 89% degli scambi valutari, nonostante il lieve recupero di ieri sull’euro rimane ancora una valuta debole.
La politica monetaria accomodante della FED di prolungamento del periodo di tassi bassi ha infatti reso il dollaro più debole compensando i fattori di incertezza nella zona euro riguardanti un accordo definitivo in tema Recovery Fund e dati macro non confortanti.
A complicare il quadro sul dollaro indotto da fattori economici, ci sono anche:
- l’emergenza sanitaria che in USA sta registrando un nuovo incremento di contagi;
- tensioni geopolitiche tra USA e Cina.
In uno scenario simile, la differenza tra tasso di interesse sulle obbligazioni governative USA e quello delle obbligazioni governative europee si riduce.
Come conseguenza, potrebbe verificarsi una modifica in termini di asset allocation in favore di asset denominati in valute alternative, nonostante la debolezza del dollaro.
Gli investitori che vedevano nelle obbligazioni USA come una fonte di extra rendimento con un minor rischio rispetto ad asset class più rischiose (quali asset class del settore azionario, non consigliabili in una fase di elevata volatilità), prezzando negativamente l’aumento dei contagi da COVID-19 e le incertezze derivanti da tensioni tra USA e Cina, all’annuncio del prolungamento del periodo di bassi tassi di interesse potrebbero vendere allo scoperto attività in dollari per acquistare asset più remunerativi denominati in valute alternative, attuando una strategia di arbitraggio non rischioso.
Oltre alle scelte in materia di asset allocation, a pesare sulla debolezza del dollaro è la riduzione di valore del prezzo del petrolio Brent e del prezzo del petrolio WTI (che hanno perso rispettivamente -1,82% e il 2,01%).
Gli scambi nel mercato del petrolio vengono effettuati in dollari, perciò una flessione del prezzo di barili di petrolio fa ridurre la domanda di dollari nel mercato forex da parte degli investitori.
Il biglietto verde, dopo avere lievemente recuperato sull’euro alla fine della giornata di giovedì a causa dell’apertura positiva delle borse europee, nella giornata di oggi sta nuovamente perdendo nei confronti dell’euro.
Analisi sterlina (GBP)
Sul lato sterlina pesa molto l’incertezza in merito all’accordo Brexit e il dato negativo sulla stime del PIL di aprile. Nonostante ciò, la sterlina perde un po’ di terreno sia nei confronti dell’euro che del dollaro.
Tuttavia, la flessione non è così marcata: 0,8976 sterline con un euro oggi contro 0,8943 sterline contro un euro di ieri e 1,26 dollari per un sterlina oggi, in calo dello 0,26%.
Analisi yen (JPY)
Le tensioni geopolitiche tra USA e Cina hanno sempre favorito lo yen rispetto al dollaro. Dallo scoppio della pandemia in poi non è più così.
Lo yen, valuta rifugio storica, sta perdendo terreno nei confronti delle principali valute globali. Gli investitori prezzano negativamente due fattori di rischio:
- la politica monetaria accomodante della BOJ (Bank of Japan) per contingentare gli effetti economici da COVID-19;
- la vicinanza geografica del Giappone alla Cina.
Su quale valuta puntare?
Tensioni geopolitiche in merito ad accordi commerciali tra Stati Uniti e Cina, la ripresa dei contagi in USA e i dati macro in Europa e in USA in merito a occupazione, PIL e produzione industriale non sono notizie confortanti per la ripresa economica.
In questo scenario, gli investitori prezzano questi fattori di rischio in maniera negativa convogliando risorse verso asset più sicuri.
La politica accomodante della FED, oltre a indebolire il dollaro nei confronti delle altre valute principali, ha reso i tassi USA più bassi su tutta la curva dei rendimenti.
Questa potrebbe essere un’opportunità di investimento per chi vuole avere un rendimento sicuro superiore a quello fornito dalle obbligazioni europee. Tuttavia, il crollo pesante di Wall Street dei giorni scorsi potrebbe spingere gli investitori alla cautela.
Pertanto, in un clima di forti incertezze economiche di paesi come gli Stati Uniti e Regno Unito e con uno yen debole, la moneta unica potrebbe essere da preferire rispetto a valute alternative, nonostante le forti incertezze economiche ancora persistenti nel vecchio continente e le opportunità di investimento derivanti dalla debolezza di yen e dollaro.
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