Il ricovero di Silvio Berlusconi aumenta gli interrogativi sul futuro di Forza Italia: senza un erede politico dell’ex premier, in caso di un tracollo alle regionali potrebbe iniziare una sorta di diaspora da parte degli azzurri.
Si fanno sempre più dense le nubi sopra i cieli di Forza Italia. Quello che dopo la nascita della Seconda Repubblica per anni è stato il partito protagonista della politica nostrana, adesso sembrerebbe essere arrivato a un bivio.
Tutto è legato ca va sans dire a Silvio Berlusconi, fondatore e anima del primo grande partito personale nelle democrazie occidentali. Una sorta di precursore dei tempi moderni, visto poi l’exploit in Francia di Emmanuel Macron giusto per fare un esempio.
L’ex premier che il prossimo 29 settembre spegnerà ottantaquattro candeline, come ben noto al momento si trova ricoverato al San Raffaele dopo essere risultato positivo al coronavirus.
Le sua condizioni di salute vengono descritte come buone, anche se il suo medico Alberto Zangrillo ha dichiarato che, vista la carica virale del tampone, se l’europarlamentare fosse stato contagiato a marzo adesso con ogni probabilità sarebbe morto.
Una situazione che aumenta l’incertezza tra le fila di Forza Italia: da tempo ci si interroga sul futuro degli azzurri, visto anche il calo lento ma inesorabile attestato dai sondaggi, con le imminenti elezioni regionali che potrebbero di conseguenza diventare una sorta di spartiacque per il partito.
Berlusconi e il futuro di Forza Italia
Anche se Silvio Berlusconi non appare minimamente intenzionato a mollare, i prossimi mesi saranno decisivi per capire quale potrà essere il destino di Forza Italia, partito che dopo i fasti del passato adesso viene attestato dai sondaggi intorno al 6%.
La scelta più logica sarebbe quella di individuare un possibile erede politico dell’ex premier. Il prescelto naturale sarebbe di conseguenza Antonio Tajani, che nelle uscite pubbliche di recente spesso ha sostituito il leader azzurro; nonostante l’esperienza maturata in Europa, non sembrerebbe essere però una figura capace di scaldare i cuori dei berlusconiani.
In passato ogni delfino del cav ha scelto di staccarsi e di tentare l’avventura politica per conto proprio: da Gianfranco Fini ad Angelino Alfano fino ad arrivare a Giovanni Toti. Se ai primi due non è andata molto bene, il governatore della Liguria potrebbe invece avere un destino differente.
Tornando tra i ranghi di Forza Italia fino a qualche tempo fa si parlava molto di Mara Carfagna come possibile nuova guida del partito, ma adesso l’ex ministro non sembrerebbe essere in ottimi rapporti con il gran capo tanto che si parla con insistenza di una sua fuoriuscita.
Silvio Berlusconi, se mai dovesse cedere lo scettro, si vocifera che preferirebbe una figura fresca come magari quella di Massimiliano Salini, apprezzato europarlamentare e in precedenza presidente della provincia di Cremona.
Più improbabili sono le voci riguardanti il giornalista Nicola Porro e l’imprenditore Urbano Cairo, cresciuto professionalmente in Fininvest a attuale numero uno di RCS (Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport) e dell’emittente televisiva La7.
Il rischio concreto per Forza Italia è però quello dello sfaldamento. In caso di un pessimo risultato alle regionali, il partito potrebbe spaccarsi con una parte di parlamentari pronti ad accasarsi con la destra e i restanti con Matteo Renzi.
Come sempre tutto dipenderà dalla volontà di Silvio Berlusconi, ma senza certezze sarà inevitabile una diaspora dei big azzurri specie se dalle urne per Forza Italia dovesse uscire fuori un ulteriore ridimensionamento.
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